In esclusiva a SportFiorentina, Francesco Baiano ha parlato tanto di Viola: dagli splendidi anni del glorioso passato fino alle impressioni sull’attuale squadra di mister Pioli.

SportFiorentina ha contattato telefonicamente l’ex giocatore Viola per porgli qualche domanda. Attraverso i nostri quesiti Baiano ha raccontato le emozioni provate dopo la vincita della Coppa Italia, ma non solo: abbiamo parlato anche dell’attuale Fiorentina e della prossima sfida di campionato contro il Napoli.

Qual è il suo ricordo più bello legato ai colori Viola? Può sembrare una domanda banale, ma non lo è: nella sua avventura la Fiorentina vinse 2 coppe importanti…

A Firenze ho passato 5 anni stupendi, il gruppo era coeso e forte: abbiamo raggiunto risultati davvero importanti. Poi è normale, il ricordo più bello è sicuramente la vittoria della Coppa Italia, anche se quel giorno ero infortunato. Quella vittoria fu qualcosa di meraviglioso, per noi e per la città, impossibile dimenticare quei momenti!”.

 

Oltre alla sua splendida carriera in maglia Viola, impossibile non ricordare anche i due meravigliosi anni nel Foggia di Zeman. Il tridente Viola visto contro la Roma può avere gli stessi ideali del trio Signori-Baiano-Rambaudi?

“Sì, ma con caratteristiche diverse. Ogni giocatore ha le sue caratteristiche ovviamente, però sulla velocità e sulla tecnica individuale ci siamo. Soprattutto dopo l’arrivo di Muriel la Fiorentina gioca molto in verticale, per sfruttare al meglio la velocità del colombiano e di Chiesa, in questo i due tridenti si somigliano molto: anche noi amavamo giocare in verticale. Le somiglianze però, molto probabilmente, si fermano qui: le caratteristiche tecniche sono diverse, come sono diverse le richieste dei due allenatori (Zeman nel Foggia e Pioli nella Fiorentina)”.

 

Muriel appunto, quanto è importante il suo arrivo per la Fiorentina? Anche Chiesa in questo 2019 ha esplicato una crescita esponenziale, quanto ha influito la presenza di Muriel in ciò?

“L’arrivo di Muriel ha fatto bene a tutta la squadra. Se sta bene fa la differenza, ha una tecnica sublime e una velocità palla al piede impressionante. Certo, la sua sola presenza mette in allerta le difese avversarie, che devono tenere sotto controllo il colombiano ogni istante del match, questo ha sicuramente giovato sia agli esterni offensivi che ai centrocampisti, che ora hanno maggiori spazi per gli inserimenti. Non è solo per Chiesa, un giocatore dotato di una grandissima velocità come Muriel fa sì che le squadre avversarie si occupino principalmente della sua marcatura, lasciando così spazi importanti fra le linee”.

 

Dopo la sfida della Dacia Arena una frase mi è spesso rimbalzata in testa: “una bella prestazione non cancella i vecchi mostri”. La mancanza di un vero regista si sente ancora…

“La Fiorentina è stata impostata in questo modo, senza un vero regista. Bisogna però ricordare che Veretout nella posizione di vertice basso ha fatto vedere anche tante buone cose, anche se ovviamente non è il suo ruolo ideale. Quest’estate la dirigenza Viola ha fatto una scelta tattica importante, giusta o sbagliata che sia. La Fiorentina in generale sta comunque facendo bene: con i se e con i ma nel calcio si fa davvero poco. Se è stata costruita in questo modo è perché l’allenatore, assieme alla dirigenza gigliata, ha fin da subito pensato che questa filosofia tattica portasse tutti i giocatori a rendere il massimo. Con un regista vero potevi magari avere più qualità, ma meno dinamismo e sostanza: trovare un palleggiatore bravo non vuol dire avere più protezione ed equilibrio”.

 

Un altro fattore: la Fiorentina è in difficoltà ad avere il pallino del gioco in mano, mentre è più a suo agio quando riparte in contropiede…

“Tutte le squadre fanno fatica quando trovano formazioni che si chiudono quasi completamente in difesa, lasciando così pochissimi spazi. Poi è normale, la qualità individuale dei giocatori in rosa fa la differenza: se hai giocatori bravi nel saltare l’uomo riesci a creare superiorità numerica e di conseguenza hai più facilità a buttare giù il muro difensivo avversario, altrimenti senza queste prerogative diventa dannatamente complicato. L’Udinese si è chiusa a riccio domenica, non ha giocato assolutamente a viso aperto, e questa situazione ha danneggiato il gioco della Fiorentina. Questo non è un problema della sola Fiorentina, in Italia c’è un tatticismo difensivo che spesso va a discapito anche dello spettacolo. Ovviamente bisogna considerare il fatto che la Fiorentina non è una squadra di palleggio, gioca molto sulle ripartenze: ciò è dovuto principalmente dalle caratteristiche tecniche degli uomini di Pioli. Il Napoli ad esempio può riuscire con maggior semplicità a superare questi ‘muri’ difensivi, ha dei palleggiatori importanti a centrocampo che gli permettono di sopraffare il problema. Ciò non toglie però che anche una delle squadre più forti del mondo, il Liverpool di Klopp, ha nel contropiede la sua arma migliore. Un allenatore bravo deve esaltare le qualità dei propri giocatori, la Fiorentina non può avere il palleggio del Napoli per ovvi motivi tecnici, e quindi gioca di ripartenza in modo da esaltare le qualità dei propri singoli”.

 

La sua carriera è legata inesorabilmente anche a Napoli: sabato prossimo ci sarà la sfida al Franchi fra Fiorentina e Napoli appunto, come preparerà la sfida Pioli?

“A Napoli ho vissuto i miei primi anni da calciatore, dai primi passi nelle giovanili fino all’approdo in prima squadra. Il periodo in prima squadra non fu però molto felice, davanti a me avevo dei veri e propri mostri sacri come Maradona, Giordano e Careca, addirittura un nazionale come Carnevale era rilegato in panchina, probabilmente sarei dovuto nascere 10 anni dopo… sono contento però di quello che ho fatto, sono andato via a maturare esperienza ed ho avuto un sacco di soddisfazioni. La partita di sabato sarà sicuramente difficile per entrambe le squadre, la Viola vista nell’ultimo periodo è una brutta gatta da pelare per tutti, anche per il Napoli di Ancelotti. Se gioca ai ritmi di Coppa può davvero mettere in difficoltà chiunque. Dall’altra parte però se lascerà il pallino del gioco costantemente in mano al Napoli potrà avere molte difficoltà. La chiave tattica principale del Napoli è il palleggio, con la continua ricerca degli spazi giusti per i suoi attaccanti, questo gioco però la porta spesso a concedere qualcosa agli avversari e la Fiorentina ha già dimostrato di poter essere letale nelle ripartenze. Pioli difficilmente preparerà una ‘partita di contropiede’, il problema nasce quando trovi una squadra forte e offensiva come il Napoli, che ti costringe ad abbassare il baricentro e a stringere le linee: in quei casi l’unica soluzione può diventare quella di aspettare e di ripartire in velocità”.

 

Quali effetti avrà il clamoroso addio di Hamsik sui giocatori partenopei?

Il Napoli perde sicuramente un giocatore importante, però la squadra ha dato dimostrazione di poter andare avanti anche senza il suo ormai ex capitano. Poi sono d’accordo con Ancelotti: se un giocatore decide di voler andar via, lo devi lasciar andare, potrebbe essere controproducente per entrambe le parti. Lo stesso discorso per Benatia, il quale ha detto chiaramente di voler andare via: una società seria non può permettersi di tenere giocatori controvoglia. Tornando ad Hamsik: visto il professionista esemplare che si è dimostrato in questi anni, giusto lasciarlo andare se la sua decisione definitiva era questa. Il problema principale sarà negli spogliatoi, Hamsik è un giocatore di leadership e di carisma, mancherà sicuramente all’interno del gruppo”.