Alessandro Zanni ha sempre parlato poco.
In campo e fuori, con buona pace di chi ha provato ad estorcergli interviste lungo una carriera che ha attraversato – con un ruolo da protagonista – gli ultimi quindici anni del rugby italiano.

Da bravo “furlan”, ha preferito mettere giù la testa e macinare lavoro, fossero infinite sedute di palestra, ripetute di corsa sul campo, schemi in touche.

Così, adesso che è arrivato il momento di dire basta, diventa facile rimettere ordine nei numeri che hanno contraddistinto una delle carriere più prestigiose nel panorama del rugby internazionale, anche se il diretto interessato probabilmente preferirebbe fare finta di niente.

Il flanker udinese dell’Italia e della Benetton Rugby ha annunciato oggi il ritiro dal rugby giocato dopo aver difeso la maglia azzurra in centodiciannove occasioni, il biancoverde di Treviso in centotrentasei, il giallonero di Calvisano in ottantasei: fanno trecentoquaratuno partite ad alto livello.

Trecentoquarantadue, contando l’apparizione con il bianconero dei Barbarians nel 2013 a Twickenham contro l’Inghilterra: un onore che non poteva non essere concesso a chi ha saputo incarnare perfettamente la sportmanship che ha sempre contraddistinto il club a inviti nato nel 1890 a Bradford.

Nel mezzo, quattro partecipazioni alla Rugby World Cup (Francia 2007, Nuova Zelanda 2011, Inghilterra 2015, Giappone 2019), quattordici campagne del Sei Nazioni, una candidatura a MVP del Torneo nel 2013, tre uscite da Man of the Match con l’Italia, le sorprendenti cinquantotto apparizioni consecutive per la Nazionale tra novembre 2008 e febbraio 2014, un record che assume un valore ancor più rilevante per chi vive nella trincea della terza linea.

E, ancora, la capacità di reinventarsi seconda linea a trentaquattro anni, dopo un lungo stop per infortunio, cedendo la maglia numero sei in favore della numero quattro. Sino all’ultima uscita il 22 febbraio scorso all’Olimpico, contro la Scozia, in coppia con Niccolò Cannone: a dividerli, quattordici anni di differenza.

Alfredo Gavazzi, Presidente della Federazione Italiana Rugby, ha reso omaggio alla carriera di Alessandro Zanni: “Conosco Alessandro sin da quando, giovanissimo, arrivò a Calvisano da Udine dopo essersi messo in mostra con le Nazionali giovanili. Educato, serio, determinato: fu chiaro da subito che era un giovane destinato a grandi cose nel nostro sport. Avrebbe esordito in Nazionale pochi mesi dopo, a Prato, contro Tonga: da allora, sino ad oggi, un punto di riferimento. Quindici anni di carriera internazionale. Mai sopra le righe, sempre al servizio dell’azzurro. Un professionista esemplare, un uomo di grande serietà. A Treviso nel nuovo ruolo di preparatore atletico saprà conquistare da subito il rispetto di atleti vecchi e nuovi, non ho dubbi. Per esperienza e per approccio, una grande risorsa per tutto il movimento. Ci mancherà vederlo in campo, parlo a nome di ogni appassionato. Il rugby italiano gli è grato e debitore”.

“Ricordo i primi raduni con l’Italia sotto John Kirwan, l’esordio con Tonga con Pierre Berbizier al comando, la vittoria al Flaminio contro la Francia sotto Nick Mallett, la gioia provata a Roma insieme a Jacques Brunel quando battemmo l’Irlanda davanti a settantacinquemila spettatori. Momenti indelebili, come tanti altri che hanno contraddistinto gli ultimi due anni con Conor prima e con Franco, negli ultimi mesi: hanno creduto in me in un ruolo al quale sono arrivato nella fase finale della mia carriera e di questo non posso che ringraziarli.Ho sempre lavorato per ripagare la fiducia di tutti i tecnici che mi hanno concesso il privilegio di vestire la maglia della Nazionale. A trentasei anni è arrivato il momento di guardare oltre, ringrazio la Benetton Rugby per queste undici stagioni in cui ha creduto in me come atleta e per aver deciso di continuare a farlo nel mio nuovo ruolo di assistente preparatore: spero di poter scendere in campo in agosto nei due derby con le Zebre che dovrebbero concludere il Guinness PRO14, per salutare il pubblico di Monigo. Sopratutto, vorrei ringraziare l’Italia, il pubblico del Flaminio e dell’Olimpico, le migliaia di tifosi che ci hanno sempre fatto sentire il loro affetto in ogni parte del mondo. Grazie a loro ho vissuto un’avventura unica, la stessa che spero rappresenti il sogno di ogni bambina o bambino che prende per la prima volta in mano una palla ovale” ha detto Alessandro Zanni commentando il proprio ritiro dal rugby agonistico.

Alessandro Zanni
Nato a: Udine
il: 31 gennaio 1984
Ruolo: flanker/seconda linea
Esordio in Nazionale: Italia v Tonga 48-0 (Prato, 12 novembre 2005)
Punti segnati: 20 (4 mete)
Caps: 119
Caps Sei Nazioni: 54
Caps Rugby World Cup: 11
Honours: Italia, Barbarians, Italia “A”, Italia U21, Italia U19
Man of the Match internazionali: 3 (Ita v Eng 2010, Ita v Ire 2013, Ita v Fji 2013)

(Ufficio Stampa FIR)