C’è stato un momento in cui parlare di calcio era paradossale. Il calendario idealmente ridotto in coriandoli, goal, esultanze e telecronache relegate ai ricordi di un tempo lontano, repliche sbiadite trasmesse a ripetizione per non pensare a quell’universo passato dall’essere onnipresente a quasi parallelo in meno di una settimana.

A Firenze ogni previsione ottimistica su un ideale proseguo della stagione è stata spazzata via dagli esiti dei primi tamponi clinici, test che confermavano German Pezzella, Dusan Vlahovic e Patrik Cutrone positivi al Corona virus. Il silenzio dell’attesa si è trasformato in un vuoto pneumatico di ansie e interrogativi riempito dalle apparizioni social dei diretti interessati e dai messaggi della Fiorentina che anche sotto il profilo della comunicazione gestito al meglio un’emergenza clinica che nel corso dei mesi abbiamo scoperto aver di fatto falcidiato lo spogliatoio e la dirigenza viola.

Ovviamente paradossale sarebbe commentare adesso le notizie di mercato che sono rimbalzate nel corso del lockdown sui quotidiani nazionali: Chiesa il grande nodo da sciogliere, Castrovilli il gioiello più ammirato, Pezzella-Milenkovic al centro delle mire di mercato di alcuni club di massima serie? Se per quanto riguarda la coppia cardine del pacchetto difensivo gigliato non ci sono conferme, certo è che pare curioso immaginare una Fiorentina che smantella in modo così netto un reparto che di fatto avrebbe di per sé bisogno di altri interventi!

Se sul centrocampista classe 1997 e la sua incedibilità si è chiaramente espresso Commisso “Vuole restare, vorrei vestisse la maglia numero 10” diversa potrebbe essere la serie di considerazioni legate a Federico Chiesa, per il quale la Fiorentina ha pronta una proposta molto allettante di rinnovo ma che nessuno vuole trattenere controvoglia. Le pretendenti interessate al numero 25 gigliato sono le solite note ma inutile girarci attorno: fino a questo momento si parla solo ed esclusivamente di “fanta-mercato”, questioni che non possono rappresentare un nodo se si considera il gigantesco punto interrogativo legato ai contratti e alle future disponibilità economiche dei Club, duramente colpiti dalla crisi post-pandemia.

 

Il tema più caldo rimane la questione legata alla costruzione del nuovo stadio. Una casa per la Fiorentina che completi il percorso iniziato con la costruzione del centro sportivo di Bagno a Ripoli, prova di forza di una proprietà totalmente propositiva nella collaborazione con le amministrazioni locali ma affatto intenzionata a rallentare i propri piani. I vincoli legati al restyling dell’ “Artemio Franchi” o all’utilizzo della zona Mercafir come sede del cantiere sono ben noti, criticità di carattere economico, logistico e burocratico che frenerebbero gli entusiasmi e la buona volontà di un qualsiasi progetto imprenditoriale che voglia creare dallo stadio di proprietà un indotto importante per le proprie casse. Certe frizioni tra il Club e il Comune di Firenze, percepibili anche mesi addietro, sono diventate nel corso dei giorni sempre più marchiane e definitivamente palesate dalla pacifica ma eloquente invasione di striscioni che recitavano all’unisono IO STO CON ROCCO a firma della tifoseria gigliata e che hanno occupato praticamente tutta la città (nonostante il solerte intervento di rimozione della polizia Municipale). Il sindaco Nardella negli ultimi giorni ha cercato di stigmatizzare le tensioni ma quella tra il comune di Campi Bisenzio (ipotesi che non sembra entusiasmare l’amministrazione comunale) e la Fiorentina sembra molto più che una semplice fase interlocutoria: “Scegliere Campi è un’opzione reale” ha chiosato Joe Barone al termine dell’incontro con il primo cittadino Emiliano Fossi. “Noi guardiamo la città come città metropolitana, pensiamo a lavorare per fare lo stadio, un progetto del quale si parla da ormai 20, 30 anni. Ci sono due progetti importanti nell’area di Firenze. Uno è l’aeroporto, e anche noi vogliamo come tutti un aeroporto funzionale con una pista nuova e ovviamente fare le cose secondo le leggi. Ma vogliamo lo stadio!”. Insomma avere lo stadio all’interno del confini del comune di Firenze per la Fiorentina non è una priorità, averlo velocemente si!

Tornando al campo, la squadra di Iachini è ovviamente chiusa all’interno del centro sportivo, impegnata in un’ atipica preparazione fatta di richiami atletici e lavoro con la palla, senza tralasciare ovviamente l’aspetto mentale e motivazionale. Tante le cose successe di questi assurdi tre mesi di buio, tantissime le cose da ricostruire in poco tempo. Ad illuminare sicuramente la presenza di Frank Ribery, rientrato in gruppo e tornato soprattutto leader dello spogliatoio, il primo ad arrivare centro sportivo ogni mattina, addirittura prima delle 7:00!