In una scena di un film molto bello del 1997, Jack Nicholson, nei panni di uno scaratterato e misantropo scrittore di romanzi rosa, comprende che tutte le persone che tenevano a lui negli anni, si erano allontanate non solo per il suo carattere ingestibile ma anche a soprattutto per la sua totale incapacità di farle sentire in qualche modo stimate.
Ed è così che quel “Mi fai venire voglia di essere un uomo migliore” diventa il miglior complimento di sempre.

Nei 365 giorni dall’arrivo Rocco Commisso, a Firenze è certamente cambiato qualcosa. O  forse è semplicemente tornato tutto al suo posto?!?  Una situazione divenuta insostenibile, una serie di spaccature e incomprensioni che avevano generato una voragine spaventosa per la sua forza distruttiva, un tritatutto che avrebbe sicuramente trascinato dentro la Fiorentina, spazzando via anche il famoso “salvabile”.

La rottura del binomio Firenze – Fiorentina non era e non è contemplabile. Lo ha capito bene Rocco Commisso che del coinvolgimento ha fatto un punto di impegno fin dal suo primo giorno a Firenze. Una proprietà che viene da lontano ma finalmente “accessibile”, trasparente nelle proprie ambizioni che presuppongono ovviamente investimenti importanti ma anche step definiti praticamente da subito, imprescindibili. Commisso ha il grande merito di non parlare “politichese”, di sottolineare sempre il suo desiderio di diventare il primo tifoso della Fiorentina e quindi proprio a loro, i tifosi, parla in modo trasparente e difficilmente fraintendibile. Lo stesso modo col quale Commisso pretenderebbe risposte. Da LEGA, UEFA, AIA e Comune di Firenze.

Qualcosa è cambiato. Sicuramente. La dimensione imprenditoriale di Rocco Commisso è molto simile a quella umana: coraggioso ed entusiasta, dritto al punto. Si è scritto molto relativamente al rinnovato rapporto tra la Fiorentina e i suoi tifosi, un rapporto che però è giusto ribadire non si era mai assolutamente interrotto, anzi quei mesi difficili ricerca di ambizioni e chiarezza non erano forse che il disperato, continuo a volte cieco tentativo di rilanciare un amore che logoro non meritava di essere. Sono bastate le parole giuste per far tornare ai tifosi della Fiorentina la voglia di “essere migliori”, quelli di prima,  di mettere da parte le polemiche, i mugugni e i dubbi, anche e soprattutto nei momenti complicati che, diciamocela tutta, in questa stagione non sono stati pochi. Firenze aveva dato fiducia a quelle parole prima ancora che venissero seguite dai fatti. I fatti giusti, quell’impegno concreto per il quale un obiettivo non è impossibile se perseguito con ambizione e volontà.

Fare una stima puntuale del primo anno di Commisso alla Fiorentina è praticamente impossibile. Una stagione che clamorosamente non è ancora terminata, iniziata sulle macerie di un progetto tecnico che doveva essere valutato con maggiore freddezza e dove il salvabile era decisamente poco (errore comprensibile ma che comunque la Fiorentina ha pagato) e proseguita con inciampi difficili da gestire ma che non hanno minimamente diviso la piazza e il Club. Un mercato di Gennaio oneroso e di grande prospettiva, un cambio di allenatore determinante soprattutto per la mentalità del gruppo, la costruzione del centro sportivo, la determinazione incrollabile per la concretizzazione del nuovo stadio, la scoperta di un leader silenzioso e talentuosissimo, Gaetano Castrovilli, futuro 10 sbocciato all’ombra di un mentore d’eccezione, Frank Ribery, finalmente tornato a disposizione.

Qualcosa è cambiato. Adesso Firenze e la Fiorentina attendono il match contro il Brescia con uno stato d’animo di comprensibile incertezza e curiosità. Ricominciare come? Beh, sicuramente guardando tutti nella stessa direzione perchè, appunti, finalmente qualcosa è cambiato!