Un maggio quello di questo anno, orfano dell’appuntamento più atteso dai tifosi italiani…Il Giro D’Italia. La corsa Rosa, è stata rimandata a causa del problema COVID e con molta probabilità si correrà durante il mese di Ottobre, ma oggi 9 maggio 2020 è un giorno di memoria. Il nove maggio di nove anni fa, durante la terza tappa che da Reggio Emilia portava a Rapallo, nella discesa del Passo del Bocco, perde la vita il ciclista Belga Wouter Weylandt della Leopard Treck. Il corridore Fiammingo, sbatte contro un muretto durante l’ascesa del Passo del Bocco a grande velocità, e nonostante i vari tentativi dei sanitari arrivati subito sul posto perde la vita. Quel giorno la tappa fu vinta da Angel Vicioso, ma sui volti degli addetti ai lavori non c’era neanche un sorriso, ma solo preoccupazione per l’incidente avvenuto poco prima al corridore della Leopard Treck, le cui condizioni apparvero subito molto gravi. In serata la notizia che Weylandt non ce l’aveva fatta ed era morto, e che la tappa seguente che avrebbe portato a Livorno, sarebbe stata neutralizzata. Il ricordo di quel ragazzo biondo, in gruppo è sempre ben scolpito, aveva solo ventisei anni quanto se n’è andato lasciando anche la sua compagna e la loro bambina. Passato professionista nel 2005, per anni al servizio di Tom Boonen nella Quick-Step, dove però riesce anche a cogliere qualche successo in volata. Il fato molte volte è strano, il destino ha voluto interrompere il cammino di Weylandt proprio nella terza tappa, lui che l’anno prima aveva vinto proprio la terza tappa al Giro D’Italia. Wouter Weylandt ha lasciato un vuoto enorme dentro ogni appassionato delle due ruote, negli anni abbiamo potuto assistere all’omaggio che i tanti tifosi italiani hanno voluto omaggiare il ricordo del  corridore belga con il numero 108 suo numero in quella “maledetta edizione”, scritto sull’asfalto, mentre l’organizzazione del Giro D’Italia ha deciso di ritarare ufficialmente il 108. Nove anni sono passati da quel maledetto giorno che ha portato via un ragazzo di soli ventisei anni, mentre faceva ciò che più amava…..andare in bici. Oggi siamo senza Giro D’Italia, ma non ci siamo dimenticati di Wouter Weylandt, caduto sulle strade rosa!

DI GIACOMO BIAGINI