Avrebbe compiuto 32 anni il 20 Gennaio. Nato a Cattolica da babbo Paolo e mamma Rosella, quando Marco ci ha salutato è diventato praticamente il figlio, il fratello e l’amico di tutti noi. Alle volte lo spirito di una persona riesce dove la vita e il destino purtroppo si sono dovuti arrendere, ossia nel miracolo di lasciare qualcosa di concreto così potente da essere in grado di ricacciare indietro la disperazione e il dolore.

Il film “La regola di Marco” ruota attorno ad una ricerca che troppo spesso non viene tenuta in considerazione quando si parla dello sport e dei suoi campioni: la ricerca della serenità e dell’amore. L’importanza di circondare noi stessi di autentico bene e di vivere in contesti che ci facciano sentire completi e profondamente appagati.

Il motociclismo lo aveva portato a sentirsi in primo luogo un privilegiato: un ragazzo che poteva vivere della sua grande passione, che poteva fare la spesa senza doversi preoccupare del prezzo di quello che acquistava (perchè per Marco essere “benestante” significava esattamente questo), libero di vivere dove voleva: a casa.

L’unica volta in cui non si era sentito un “ragazzo fortunato” ci aveva pensato il padre a farlo ricredere, a fargli capire che un anno dove la moto non si mette bene a punto non è un valido motivo per cercare commiserazione. “La regola di Marco”è un film che non parla unicamente del Campione, spinto dal grande talento, dalla passione ma soprattutto da un’incrollabile convinzione nei propri mezzi. E’ un film dove la morte, quella più tremenda, quella che colpisce un ragazzo di 23 anni pieno di tutto quello che di bello esiste, viene sopraffatta dalla speranza e dalla bella anima di Marco e di chi lo circondava. Affetti e amori che ne avevano reso incorruttibile l’animo e invincibile lo spirito.Una delle testimonianze che più mi hanno colpito è quella di un amico che raccontando strane coincidenze che gli capitano durante il giorno, ribadisce quanto Marco sia ancora presente non solo nella vita di chi lo ha amato ma anche in quella di chi non lo ha mai conosciuto, neppure sportivamente.

Fondamentalmente la prima regola di Marco è quella che l’amore, la spontaneità, l’essere fallibili, appassionati e puri, generano un solo grande miracolo: donano all’armonia e la forza di vivere e sopravvivere, avere successo e reagire agli errori.

 

Photo by @AndreaMartini