Mentre c’era chi non ci credeva, chi era già pronto a rimpiangere e criticare, l’allenatore della Fiorentina ha dato a tutti una lezione di concretezza e umiltà che vale alla sua squadra l’accesso ai Quarti di Finale di Coppa Italia. Non ci ha mai girato attorno Iachini alla sua idea di calcio e alla situazione che aveva trovato al suo arrivo a Firenze: era stato diretto, sincero ma mai denigratorio rispetto al lavoro fatto dal suo predecessore. Ha trovato una squadra impaurita e demotivata e l’ha fatta sentire stimata, ha trovato le parole giuste per consolarla ma soprattutto per spronarla. Sapeva di non poter ricominciare la preparazione e ha chiesto ai suoi uomini di correre prima con la grinta e poi con le gambe. Di guardare la curva quando il fiato veniva meno e pensare che l’ultimo sforzo, lo scatto finale, lo dovevano fare per quelle persone.
Ha capito di non poter imporre un’idea tattica dall’oggi al domani e ha iniziato da quello che era possibile, con il rischio anche di peccare di troppa prudenza: a chi ha cercato di farlo sentire un alternativa Iachini ha risposto “picchiando” durissimo sui concetti di sacrificio, lavoro e orgoglio. Senza supercazzole. Ne avevamo bisogno e ne avevano bisogno.

Tatticamente le scelte di Iachini sono tutte giuste: se contro la SPAL di Semplici la difesa a 3 ci era sembrata un’opzione un po’ troppo ermetica, è un’idea logica ed efficace contro una squadra esuberante in attacco come l’Atalanta e come probabilmente sarà il Napoli sabato sera. In conferenza stampa il tecnico viola si è soffermato su questa scelta, sottolineando che il gruppo sta lavorando su altre soluzioni ma considerato il momento delicatissimo che la squadra sta vivendo è importante anche affidarsi a soluzioni ben rodate.

L’unica novità della giornata riguarda di fatto il reparto avanzato dove, dopo mesi di latitanza, ricompare “il doppio centravanti”: Vlahovic e Cutrone confermano le aspettative, non sono soltanto uomini da area di rigore, si dannano l’anima e non poco anche in fase di ripiegamento ma soprattutto aiutano la squadra a guadagnare metri importanti nei momenti di maggior pressione dell’Atalanta. Tutto molto bene, in primis perché è evidente che i due giocatori scelti da Iachini per attitudini e caratteristiche si trovano completamente a proprio agio nel ruolo di attaccanti centrali, compito che non poteva essere svolto al meglio da giocatori “adattati” alla posizione come Boateng e Chiesa.

La vittoria di Domenica scorsa ha avuto un peso benedetto sul gruppo, un effetto benefico che ha trasformato il rendimento della squadra, clamorosamente superiore rispetto a quello delle ultime grigie prestazioni. Nel pomeriggio di ieri era palpabile una serenità totalmente inedita, una motivazione costante, spinta importantissima per affrontare al meglio un’avversario del valore dell’Atalanta. La Fiorentina ha giocato bene e questa è una delle notizie più importanti se si considera che nella prima frazione i viola hanno messo alle corde una delle formazioni che in quanto a stato di forma è sicuramente nel momento ideale della propria stagione: anche dal punto di vista atletico già sembra di vedere una sensibile crescita, un tassello fondamentale per trascinare la Fiorentina fuori dalla rischiosa situazione che si era venuta a creare nelle scorse settimane.

E se in campo i viola hanno trovato concretezza e serenità, c’è da essere efficaci anche sul mercato: dopo l’incomprensibile e “incompletissima” sessione di mercato estiva, la Fiorentina deve rimediare a Gennaio: l’arrivo di Cutrone ha già sortito effetti positivi, ma ora vanno inserite due pedine a centrocampo, reparto poverissimo di soluzioni. La partenza di Dabo, Cristoforo e Eysseric, del tutto inutili alla causa viola, deve vedere l’inserimento di almeno 2 giocatori, con fisicità e una certa qualità!

No Iachini non è un mago, non avrà il potere di trasformare il gioco della sua squadra ma sicuramente ne ha cambiato l’attitudine, rendendola un gruppo che dopo aver subito il goal del pareggio ed essere rimasta in 10, trova proprio nello sberleffo di un avversario, la forza per compattarsi e addirittura vincere.