Le ore prima della battaglia le ricordi meglio rispetto all’attimo prima della felicità. Perché quella è imprevedibile. Sono ore fatte di considerazioni dense di paure e speranze, ore dove si prova a non pensare che, questa Atalanta, non è semplicemente favorita ma è la squadra che più rappresenta l’antitesi di questa Fiorentina. Aggressiva, spensierata, senza pensieri, offensiva e efficace. L’Atalanta gioca con la mente occupata soltanto dal calcio.

Così poco importa se allo stadio sei stato Domenica pomeriggio, soffrendo le pene dell’inferno contro la SPAL, e tornerai Mercoledì alle 15:00: le parole di Iachini in conferenza stampa, l’appello a Firenze e alla voglia di “bolgia” hanno il sapore di un calcio di un’altra epoca dove la Fiorentina ha fatto tanto divertire. Le vittorie che i grandi raccontano e i più giovani sognano di vivere.
In quelle parole si devono ritrovare tutte le generazioni. Tutti  con ricordi diversi ma le medesime speranze. Sarebbe bello poter avere “quell’attimo prima della felicità” tutto nostro da ricordare. Determinante per rilanciare il proprio futuro. 

L’Atalanta di Gasperini rappresenta sicuramente un progetto tecnico interessante anche pensando ai giovani che l’allenatore ha il coraggio di lanciare in prima squadra, approfittando a ragione di uno dei migliori settori giovanili d’Italia, ma anche in passato a Bergamo c’è chi ha sfiorato imprese importanti. Chi? Un tifoso viola che fu fermato proprio sul traguardo dal suo bomber preferito di sempre: Gabriel Batistuta.

E’ un giovedì sera di Maggio del 1996 e al Franchi si giocava la gara di andata della finale di Coppa Italia. In panchina per i viola Claudio Ranieri, dall’altra parte Emiliano Mondonico. E come ogni volta in cui incontri Mondonico la partita non è esattamente una passeggiata: l’Atalanta ha più limiti rispetto alla Fiorentina, fresca di vittoria in semifinale con l’Inter ma ha un allenatore che in quando a tattica è capace di trasformare i difetti in punti di forza.  E così il Mondo incarta la partita. La Fiorentina finisce con l’avere veramente una sola freccia in più nella sua faretra, ossia il suo immenso numero 9 che infatti dopo una prima frazione a reti inviolate sblocca la partita al 51′ con un missile di destro dalla distanza. Il Franchi esplode in un’esultanza che sa tanto di liberazione: andare a Bergamo con uno 0-0 non sarebbe stato ovviamente l’ideale considerando l’organizzazione difensiva dell’avversario.

La Fiorentina vinse poi quella Coppa Italia che regalò a Firenze una giorno di 24 ore dove la notte sembrava non esistere e in cui chi non aveva seguito la squadra a Bergamo corse allo stadio per attendere il bus: fu la rinascita dopo l’incubo Serie B così vicino. Fu un momento unico che Firenze sogna di rivivere presto.

 

Photo by @AndreaMartini