Ricacciare indietro l’onda paurosa di una classifica inaspettata e inaccettabile, l’amarezza di una vittoria scivolata via in extremis proprio nella giocata dell’esordio del nuovo allenatore, la rabbia e la frustrazione figlie della crescente consapevolezza degli errori commessi nell’ultima estate di calciomercato.I passi da fare per questa Fiorentina sono tanti e importanti, difficilissimi se si considera che questa squadra ha limiti strutturali innegabili e gambe che sembrano immerse in piloni di cemento armato. Insomma, come se non bastasse si può dire che la strada è in salita e il tempo è preoccupantemente poco.

Iachini aveva promesso che avrebbe avuto un “coscienzioso” coraggio proponendo il suo calcio di autentico sacrificio ma tenendo bene a mente che a volte si deve anche avere la praticità di puntare a limitare i danni: contro la SPAL tatticamente ci sono scelte che non convincono ma che devono mettere più che mai tifosi e stampa davanti ad una realtà triste e preoccupante ossia l’urgenza di ridisegnare una rosa sulla quale in estate si è “scarabocchiato”. Il primo errore che Iachini ammette a sé stesso è probabilmente la fiducia data a Boateng che viene sostituito ad inizio ripresa, rinunciando però a mischiare le carte. Di fatto in campo rimangono tre difensore centrali con due esterni che con il passare dei minuti palesano sempre di più gravissime carenze in fase di spinta… uno schieramento un po’ troppo prudente per una squadra obbligata a vincere! 

Uno schieramento che può essere un’idea per affrontare mercoledì pomeriggio l’Atalanta, un sistema con cui la Fiorentina ha dato il meglio di sé ,è vero, ma solo quando l’avversaria che aveva davanti era una compagine di maggiore spessore e soprattutto quando i viola potevano contare sulla tecnica, la velocità e l’imprevedibilità di Ribery. Insomma molto più che un’idea per contrapporsi all’esuberante undici di Gasperini ma non lala SPAL, acciaccata, impaurita e soprattutto giunta al “Franchi” proponendo un solo attaccante centrale, pericoloso in area di rigore ma non certo dinamico.

Partiti speranzosi e determinati con un prudente e 3-5-2 e chiuso stravolti e impauriti con lo stesso schieramento tattico che forse nella ripresa si sarebbe potuto trasformare in un 4-3-3 di maggior spinta e contemplare anche l’ingresso in campo di Milan Badelj unica alternativa a centrocampo su cui Iachini può contare. Nella seconda frazione la squadra ha evidenti problemi di “fosforo”, Gaetano Castrovilli è chiamato agli straordinari e Pulgar non è certo in giornata di grazia.

La Fiorentina è tornata a vincere davanti al suo pubblico, ha conquistato tre punti benedetti per una classifica che iniziava davvero ad essere spaventosa e per un morale fortemente provato e conferma di essere ancora viva, svegliata, rinfrancata e scossa dalle urla e dai metodi di un allenatore che predilige lavorare “a tutto campo” e richiedere ai suoi pressing e ritmi elevati. Un uomo appassionato di calcio e grato alla Firenze del calcio e che questa gente, la sua gente, proprio la non vuole deludere. La strada è lunga, l’impegno contro l’Atalanta in Coppa Italia tremendamente vicino e difficile ma questa vittoria, questi tre punti e anche questi considerazioni tattiche, erano l’unico punto di partenza ammissibile dal iniziare a ricostruire.