Non serviva essere particolarmente acuti per leggere nelle parole di Iachini una certa preoccupazione riguardante la condizione atletica della squadra. Nella conferenza stampa di Domenica mattina molte erano state le domande per il nuovo tecnico della Fiorentina riguardanti i carichi di lavoro imposti al gruppo nei sette giorni avuti a disposizione dal tecnico pescarese, il quale però, a prescindere da ogni valutazione e test ha più volte sottolineato un concetto incontrovertibile ossia l’effettiva impossibilità di riprendere la preparazione adesso. 

Forte e chiaro il messaggio dell’allenatore che a  Bologna vuole senza mezzi termini una squadra capace di correre con la testa e con le gambe, sopperire con il carattere quando le forze sarebbero venute meno, gestendo ai limiti del possibile il pressante peso della paura, la peggiore delle consigliere quando c’è da “sistemare” le situazioni più delicate. Lavora senza rivoluzioni Iachini che nelle sue valutazioni non può però esimersi da mettere in discussione giocatori che per attitudini e rendimento stridono troppo dal suo progetto per rilanciare la Fiorentina. Fuori Badelj, “metronomo” di un centrocampo del quale invece ha sempre rappresentato l’anello debole, di fatto una delle topiche più gravi del Pradè bis. Dentro Marco Benassi che con Vincenzo Montella ha vissuto mesi piuttosto complicati e che nella nuova gestione tecnica sa di dover sfruttare al 1000% le occasioni che il nuovo allenatore sicuramente gli darà: Iachini richiede intensità e pressing e anche durante i 90 minuti dialoga spesso con i suoi giocatori, pretendendo una squadra corta, attenta in difesa ma reattiva sulle ripartenze.

Su Erik Pulgar grandi aspettative e grandi oneri: la Fiorentina ha bisogno della sua grinta e della sue ottime letture soprattutto in fase di interdizione, Iachini lo rimette nel suo ruolo, quello di centrale di mediana, pratico e ruvido all’evenienza. Correre meno e meglio per essere più lucido e incisivo. L’idea è di fatto vincente e cancella le immagini svilenti delle scorse settimane in cui l’ex Bologna vagava come un’anima in pena per il campo: la prestazione del cileno è concreta , a volte un po’ ingenua anche se c’è da dire che Valeri gli sanziona praticamente qualsiasi intervento. Un vero peccato l’errore millimetrico sul calcio di punizione!

Il Bologna ha più gamba e un morale che di fatto spinge Poli e compagni che però costruiscono di fatto pochissimo: lungo ma sterile il possesso palla, il contropiede e i calci piazzati rimangono le situazioni preferite dei rossoblu che possono contare su una Fiorentina eccessivamente sprecona e approssimativa davanti a Skorupski. Il goal di Orsolini ad una manciata di secondi dal triplice fischio è figlio sicuramente dell’ottima intuizione di un giocatore con doti importantissime ma anche e soprattutto di una serie di orrori commessi dalla Fiorentina. Iniziamo dagli uomini che avrebbero dovuto tenere alta la squadra nel recupero, Boateng su tutti, subentrato dalla panchina ma mai lucido, anzi nervoso ed evanescente. Su Pezzella poco da dire: sbaglia praticamente tutto, dal controllo su Santander, alla scelta di non servire di testa Dragowski alla sciocca smanacciata sulle spalle del centravanti del Bologna. Non esente da colpe l’estremo difensore polacco che prende goal sul suo palo e opta per una barriera scellerata che lascia praticamente la traiettorie libera ad un calciatore bravissimo nel tiro a rientrare.

Era un vittoria della quale c’era bisogno e quindi il rimpianto è ancora più grande. Un pareggio arrivato ad un soffio dalla fine rende il tutto ancor più seccante. Iachini adesso ha due match importantissimi davanti a se ma soprattutto una settimana di lavoro determinante: la squadra è sembrata finalmente scossa dal mite squallore che la stava risucchiando nell’ultimo mese. Daniele Pradè deve fare il resto! Impensabile affidare ad un allenatore una squadra dove questo Boateng è il primo cambio.