Piove sul bagnato. Piove così tanto che la Fiorentina, ormai scivolata rovinosamente da qualche settimana fatica non soltanto a rimettersi in piedi ma semplicemente ad alzare la testa. L’infortunio di Franck Ribery, la terza sconfitta consecutiva, la sensazione di confusione e disordine che adesso infastidisce una tifoseria tornata finalmente compatta ed entusiasta.

Nella prima campagna acquisti della Fiorentina di Rocco Commisso non chiedevano colpi entusiasmanti ma idee e  progetti concreti portati avanti dagli uomini giusti. In campo, in panchina e non solo. La Fiorentina di Montella è una squadra strutturalmente incompleta e quindi balbettante sotto il profilo del gioco, paga un calciomercato approssimativo e sembra essere contagiata dalle scorie di dubbi del suo allenatore, reduce possiamo dirlo, da 3 anni non certo felicissimi sotto il profilo professionale. Di che se ne dica, calcio è una cosa seria. Pur essendo di tutti non per tutti, non si improvvisa, non è una scienza esatta. La Fiorentina ha bisogno di tempo, ma in questo tempo deve essere almeno nelle condizioni per poter lavorare al meglio. Questa non è una squadra che lavora bene, inutile girarci attorno. Non ha il fuoco e le idee che avevamo visto nella prima di campionato contro il Napoli. Comprensibile la scelta della Presidenza, optare per una soluzione di continuità, evitare l’ennesimo scossone e allo stesso tempo dare fiducia ad una allenatore che a Firenze aveva fatto bene per 3 stagione, un tecnico capace di mettere concetti e orgoglio in una ricostruzione che pareva impossibile. La teoria era giusta ma nel calcio la pratica è complicata e mutevole. Bisogna prendere provvedimenti. 

A meno che non si verifichi un clamorosissimo crollo contro il Cittadella, Vincenzo Montella guiderà i suoi nella gara di Torino. Difficile che nel mercato di Gennaio arrivino sostanziali cambiamenti: la Fiorentina è una squadra che non può certo affidare il suo campionato a 30 giorni di convulsi “ping-pong”, Daniele Pradè può sondare il terreno per il futuro, mettere toppe dove può ma è un’ipotesi se non altro remota quella di un restiling completo.

Il capitolo allenatore rimane spinoso, controverso e delicatissimo. Da un lato la questione ha la massima priorità ma dall’altro lato ci sono tantissimi interrogativi. La Fiorentina di Commisso ambiziosa e lungimirante dovrebbe puntare su allenatori proiettati al futuro ma con una discreta esperienza in Serie A: e qui si presentano le vere problematiche ossia l’effettiva impossibilità di ingaggiare gli uomini che maggiormente piacciono al Club poichè attualmente impegnati su altre panchine. Prendere un tecnico outsider e investirlo subito del ruolo di “precario” sarebbe l’ennesima mazzata sull’equilibrio di uno spogliatoio che adesso sembra svuotato di motivazioni e di idee. L’ipotesi Spelletti? Non certo così assurda ma sicuramente complicata per fattori che sono spesso elencati e che in estate hanno fatto desistere altri Club in cerca di allenatore.

Campagna acquisti, tecnico ma in primo luogo le partite contro Cittadella e Torino. Da qui passa il futuro della Fiorentina.