Ormai, da almeno un anno a questa parte, il “caso” contrattuale di Federico Chiesa tiene banco in casa Viola. Una situazione estremamente spinosa, contraddistinta, almeno per il momento, da un “assordante” silenzio da entrambe le parti. Vero, ma fino ad un certo punto: Commisso ha sempre dichiarato, dal suo insediamento come presidente, dell’importanza di tale rinnovo, ma fino ad ora niente si è realmente tramutato in qualcosa di veramente concreto, sicuramente però non per colpe a lui attribuibili.

Il silenzio della famiglia Chiesa continua a preoccupare: 0 interviste, 0 dichiarazioni, il nulla più totale. Se da una parte il motivo di tale silenzio è giustificato dal non voler distogliere le attenzioni dell’interessato dal campo di gioco; dall’altra, almeno in casa Viola, tale situazione inizia a spaventare, e non poco. Attualmente, il contratto di Chiesa con l’ACF Fiorentina scade nel 2022: un periodo di tempo che non fa assolutamente dormire sogni tranquilli alla dirigenza. La soluzione infatti, senza ombra di dubbio, andrà presa definitivamente entro questa estate: il rischio di perderlo a 0 altrimenti, potrebbe incredibilmente incrementarsi.

Partiamo però da un presupposto fondamentale: Chiesa non ha intenzione di andare via a 0 nel 2022. Il figliol prodigo, con questo attuale contratto, percepisce 1.7 milioni di euro netti a stagione, a cui cifra vanno però aggiunti i bonus, tra cui molti facilmente raggiungibili, che lo portano ad uno stipendio di circa 2 milioni di euro. Uno stipendio sicuramente elevato, ma considerabile “basso” in confronto ad altri stipendi riconosciuti dai top-club europei ad altri giocatori col talento simile a quello di Chiesa. Lo stipendio però, è importante evidenziarlo, anche per la credibilità di Federico, non è assolutamente il vero problema: o almeno non risulta fra i principali. L’obiettivo di Chiesa infatti è quello di confrontarsi con i più grandi d’Europa, senza perdere ulteriori treni: a quasi 23 anni, e quindi molto probabilmente nel suo periodo migliore della carriera a livello fisico, tale pretesa non può che essere giustificata dai più.

Il richiamo delle grandi notti di Champions, delle partite decisive, delle sfide ai grandi campioni, non può che attirare anche uno come Chiesa, voglioso di entrare nell’élite del calcio mondiale. Commisso, questa sua intenzione la conosce perfettamente, sin dai primi colloqui estivi. Ecco perché il presidente Viola è pronto a provare il tentativo finale, quello definitivo: con tali premesse appunto, il presidente italo-americano baserà la nuova (e forse ultima) proposta su un progetto di grandezza europea, creato appositamente attorno al talento gigliato, con assieme ovviamente un importante ritocco d’ingaggio (dai 3 ai 3.5 milioni di euro annui).

Qualsiasi sarà la risposta di Chiesa, tale risposta sarà temporaneamente tenuta “nascosta” dalla società, proprio perché evidenziare una possibile rottura fra le parti porterebbe enormi svantaggi ed entrambi gli interessati. In caso di fallimento del tentativo di Commisso, la Viola sa di possedere comunque un vero e proprio capitale economico in mano, che perderebbe però valore se tale rottura fosse di dominio pubblico: i club interessati punterebbero infatti sulla voglia di trasferimento di Chiesa per abbassare radicalmente le pretese della società gigliata. Anche per Chiesa andare alla rottura sarebbe un vero e proprio disastro: il talento numero 25 ha infatti bisogno di giocare con estrema continuità in vista dell’europeo, primo vero banco di prova internazionale per il suo talento.

 

Photo by Andrea Martini, Paolo Giuliani.