Dopo aver raggiunto l’undicesima giornata di Serie A, e aver già ampiamente oltrepassato la prima metà del girone d’andata, è già ora dei primi, seppur parziali, bilanci: come stanno andando le rispettive carriere di Biraghi e Dalbert dopo lo scambio di casacca avvenuto a fine agosto?

Un confronto, come già anticipato precedentemente, fortemente parziale, con gli equilibri che potranno infatti modificarsi nell’arco della stagione. I trasferimenti, seppur avvenuti con caratteristiche contrattuali diversi, possono essere tranquillamente contrapposti in una sorta di scambio fra le due società, col brasiliano trasferitosi a Firenze e il terzino italiano a Milano, sponda nerazzurra. I due trasferimenti però, sono particolarmente diversi per quanto concerne l’accordo fra le due parti: Dalbert è appunto arrivato a Firenze a titolo di prestito annuale, mentre Biraghi ha raggiunto il collettivo nerazzurro a titolo di prestito annuale con opzione di trasformazione di tale prestito in cessione definitiva.

Partiamo però da questo punto, chiarendo una volta per tutte la situazione: Dalbert è arrivato a titolo di prestito secco, ma con la possibilità per la dirigenza Viola, al termine della stagione, di rilevare il brasiliano a titolo definitivo, come sancito dal gentlemen agreement fra le due dirigenze societarie durante il perfezionamento dell’affare: dunque, se le prestazioni di Dalbert dovessero rimanere costanti e di buon livello, il brasiliano dovrebbe con ogni probabilità rimanere a Firenze.

Le due situazioni quindi, nonostante le differenze sulla carta, sono in realtà molto simili: entrambi, nell’arco della stagione, dovranno conquistare a suon di ottime prestazioni la conferma per la stagione successiva.

Per adesso, pur evidenziando le diverse proporzioni di difficoltà, ad essere maggiormente contenta dell’affare è sicuramente la Fiorentina. Come appena detto però, impossibile non prendere in considerazione la differenza di pressioni fra le due piazze, oltre alla differenza di “rivali” di ruolo presenti nelle rose delle due compagini. In questo, senza ombra di dubbio, Dalbert ha una situazione estremamente più leggera ed amministrabile: lottare per la maglia da titolare contro Asamoah non può ovviamente avere lo stesso grado di difficoltà rispetto ad una “sfida” con Terzic o Ranieri, e una partita di Champions contro il “muro giallo” di Dortmund possiede pressioni psicologiche difficilmente paragonabili ad una gara di Serie A.

Nonostante questo, Dalbert sta vincendo la sfida. Le statistiche sono infatti nettamente dalla sua parte, e col meccanismo di gioco ideato da mister Montella, il brasiliano riesce finalmente ad esporre nella sua totalità le sue migliori caratteristiche tecniche e tattiche. Le sue prestazioni si sono costantemente evolute, riuscendo così a mostrare finalmente i motivi che avevano spinto la dirigenza nerazzurra a investirci ben 20 milioni di euro.

In una piazza diversa da quella nerazzurra, sicuramente meno pretenziosa e più fiduciosa, Dalbert ha trovato finalmente la situazione ottimale per mostrare le sue qualità, senza essere continuamente attanagliato dalle enormi pressioni esterne ed interne. L’ambiente perfetto, per un giocatore che non ha ancora coltivato a pieno la stabilità psico-mentale necessaria per giocare ai massimi livelli europei. Una condizione che va però acquisita col tempo, e che difficilmente si trova insita nel giocatore: ecco spiegato, molto probabilmente, il fallimento totale della sua esperienza milanese.

Passiamo al confronto.

Dalbert ha disputato attualmente dieci partite con la maglia Viola, di cui solamente una da subentrato. In 837’ totali, l’esterno brasiliano ha totalizzato 2 assist, e la bellezza di ben 13 passaggi chiave: un numero molto importante, che lo posiziona al terzo posto (dopo Castrovilli e Pulgar) in questa speciale classifica Viola. Anche in fase difensiva non ha mai praticamente deluso, con pochi errori e un aiuto costante a Caceres. Ciò che lo ha reso determinante è la grande costanza di fiato e di corsa, che gli permette di essere sempre presente in entrambe le fasi di gioco: un vero e proprio treno, seppur a volte impreciso negli ultimi venti metri. Da evidenziare anche la buona percentuale di passaggi riusciti, superiore all’ottanta percento: considerando la sua predisposizione al cross, si tratta di un valore assolutamente ottimale.

Discorso diverso invece per Biraghi, il quale invece, nella sua seconda vita nerazzurra ha attualmente totalizzato 699’, frutto di dieci presenze totali: otto da titolare, due da subentrato. Per adesso solo un assist, con la Lazio, e soli quattro passaggi chiave totalizzati. In generale, oltre a questo, anche un evidente sofferenza difensiva, dovuta soprattutto alle richieste difensive di mister Conte: l’allenatore infatti, trovando in quello di destra l’esterno maggiormente offensivo (Candreva e Lozaro), chiede all’esterno di sinistra molti più compiti difensivi, che mettono in estrema difficoltà Biraghi.

Per concludere, il rating stilato da WhoScored.com, che analizza attraverso un preciso algoritmo tutti i dati (difensivi ed offensivi) realizzati dai vari giocatori nell’arco di tutte le sfide disputate nella stagione, e li tramuta successivamente in un punteggio da 1 a 10. Tale rating evidenzia attualmente un bilancio più sorridente per la Viola e Dalbert: il brasiliano infatti raggiunto una media di 6.83, col picco più alto nell’ultima sfida contro il Parma (7.42); mentre Biraghi ha, fino ad ora, una media parziale di 6.34.