Per gioco, idee e soprattutto difficoltà, è sembrato per un attimo di rivivere la prima frazione contro il Sassuolo di mercoledì scorso ma lo spettro che faceva più paura ai tifosi del Franchi era quello del Fiorentina – Parma dello scorso anno, una partita che i viola non erano riusciti a sbloccare, anzi che avevano visto andare a rotoli dopo il clamoroso errore in chiusura di Vitor Hugo.

E’ andata bene. Ci ha pensato Gaetano Castrovilli a demolire il muro di paura e imprecisione che attanagliava il gioco e l’atteggiamento di una Fiorentina orfana di tre pilastri dell’undici titolare ma che dovrà necessariamente trovare nel corso delle settimane un’identità più definita, una struttura e una concretezza che la possa forgiare nel carattere e nelle prestazioni. Contro il Parma Montella conferma quelle che erano le aspettative, la percezione che in molti avevano avuto dopo la conferenza stampa di sabato quando l’atteggiamento e le parole nei confronti di Dusan Vlahovic erano sembrati un po’ troppo “tiepidi”, come ispirati da una sospetta prudenza tattica. I dubbi hanno trovato ben presto conferma e la Fiorentina ha schiarato nuovamente in campo Kevin Prince Boateng nei panni di “falso nueve”, optando poi per Rachid Ghezzal, per la prima volta dal schierato in campo dal primo minuto.

Il risultato? Beh, un’altro conferma. Boateng nella sua carriera ha ricoperto il ruolo di centrocampista offensivo, per esempio al Milan era spesso schierato come trequartista dietro alle due punte, ha un’ottima visione di gioco, tecnica individuale, fisicità, ma non è un giocatore in grado di attaccare la profondità come farebbe un centravanti. I problemi principali dei primi 45 minuti nascono però da un’eccessiva difficoltà nel gestire il gioco in cabina di regia, la mediana viola è prevedibile e macchinosa e Milan Badelj è ancora palesemente in difficoltà sia in fase di costruzione che di interdizione.

Potrebbe andare peggio? Ovviamente si perchè dopo un paio di avvertimenti, la Fiorentina che faticava ad impostare si trova costretta a dover rincorrere. Il Parma passa in vantaggio con il solito Gervinho e si mette di fatto nella condizione migliore per gestire la partita, pronto ad approfittare di una Fiorentina sbilanciata e per altro non particolarmente in giornata.

Nella seconda frazione, spinta da un pubblico che accompagna i viola per novantacinque minuti cantando incessantemente, rinvigorita dal cambio di sistema e dall’ingresso in campo di Vlahovic, i padroni di casa si comportano da tali, prendono in mano il pallino del gioco e compensano con pressione e veemenza quanto innegabilmente manca loro in precisione. Il goal del pareggio è assolutamente meritatissimo e chissà, forse con un Federico Chiesa più incisivo sarebbero potuti anche arrivare i tre punti: a proposito di Chiesa, inutile creare un caso. Il numero 25 della Fiorentina ha mezzi e consapevolezza per poter brillare e far brillare i compagni di reparto ma vive un momento in cui le prestazioni non sono sul livello dello scorso anno in cui difficilmente sarebbe accaduto quanto successo in occasione del goal del vantaggio dei crociati.  Beh, sicuramente 12 mesi ad altissima intensità pesano nelle gambe e nello spirito ma è anche vero che se Federico vuole dimostrare di essere un Top Player deve anche imparare a gestire i momenti dove il fisico non risponde al meglio e la squadra è orfana di colonne portanti come Pezzella, Caceres e Ribery. 

Il Parma è una squadra che gioca un calcio semplice e “antico” che non fa troppa filosofia e non si vergogna a concentrarsi sul bloccare il gioco avversario e puntare tutto sulle ripartenze: ne è venuto fuori un pareggio striminzito, una prestazione arruffata, un tempo di fatto regalato un altro convincente e la percezione sempre più concreta che questo “anno zero” della Fiorentina sia un ottimo punto di partenza ma che necessiti di giocatori validi fin da subito in ruoli chiave (il centrocampo) e forse una maggior elasticità da parte di Montella nel gestire alcune situazioni sicuramente complicate ma che forse hanno già le sue soluzioni più logiche a disposizione.