Novantasei minuti e una manciata di secondi. Manca il terreno sotto i piedi se ripercorri nella mente la dinamica impazzita di quel rimpallo, ti sembra di guardarlo negli occhi Castrovilli mentre tra il deluso e l’esterrefatto sente di sudore sulla fronte diventare ghiaccio. Ancora una volta il migliore in campo, ancora una volta l’ultimo ad arrendersi, a perdere di lucidità e ispirazione.

Montella ci pensa e poi si affida ancora una volta al suo “porto sicuro”, confermando la formazione che dal quel Fiorentina – Juventus dello scorso Settembre consegna al campo una formazione stabile da punto di vista strutturale e imprevedibile per quanto riguarda le dinamiche offensive. Tutto giusto, tutto comprensibile ma Corini non è certo uno che improvvisa e studia le marcature su Chiesa e Ribery alla perfezione: la Fiorentina è valida ma non è più una sorpresa, Federico, non brillantissimo e reduce da una settimana non al top, ci casca con tutte le scarpe e a tratti viene annullato dalla prestanza della retroguardia avversaria, finendo addirittura con l’uscire nervosissimo dal campo dopo un giallo, (piuttosto severo) rimediato per simulazione, un provvedimento che lo ha decisamente punto nel vivo.
Franck Ribery prima sbatte contro il muro biancoceleste poi ci ripensa e fa valere l’esperienza andando a svariare, acconsentendo anche a retrocedere di qualche metro pur di scrollarsi di dosso la pressione avversaria.

Montella in corsa butta dentro un ispirato Sottil, spina nel fianco di una difesa che nella seconda frazione iniziava ad essere un po’ in affanno, riflette sul sistema ma alla fine opta per mantenere l’assetto difensivo di partenza non spostando Caceres sulla fascia e chiedendo ovviamente al giovane esterno, un maggior sacrificio in fase di ripiegamento: in teoria e in sostanza tutto giusto, segnale inequivocabile che le soluzioni di cui la Fiorentina è in possesso sono numerose e assolutamente valide.

Il Brescia dipende nel pensiero del calcio e nella meccanica del gioco da Sandro Tonali. Totalmente. E’ lui che imposta, è lui che detta i tempi, è lui che non si tira indietro in ogni fase: nell’avvio aggressivo e arrembante dei suoi è lui a suonare la carica, nel finale decisamente più affannoso è lui a correre praticamente ovunque per mettere una toppa, per raddoppiare per provare la chiusura. Concretezza, carattere e tecnica. Ha la luce del predestinato Tonali e Daniele Pradè in tribuna non può che pensare che, quel giocatore lì, sarà il primo punto nell’ordine del giorno del prossimo summit con la proprietà. Anche perché alla luce dei novanta minuti del Rigamonti una considerazione sul centrocampo della Fiorentina diventa inevitabile farla: Milan Badelj è l’uomo giusto al posto giusto in questo momento?

Giocatore di grandi geometrie e ordine, Badelj in questa stagione ha brillato a San Siro dove diciamolo, c’erano ritmi e spazi adatti per permettere al numero 5 viola di giocare veramente al meglio delle sue possibilità. Sarà che ancora deve inserirsi completamente nelle dinamiche di una squadra rivoluzionata, sarà che magari la stagione di alti e bassi a Roma non ha giovato sulla condizione di un giocatore per il quale la continuità è fondamentale ma sta di fatto che la Fiorentina in questo momento per inserire Badelj in cabina di regia sta snaturando uno dei suoi migliori uomini, Erik Pulgar, che si adatta con generosità e efficacia ma che considerato il grande impatto sulla squadra, forse nel suo ruolo naturale potrebbe dare un imprinting ancor più positivo sulle dinamiche del gioco di Montella.

La Fiorentina è una squadra di grande prospettiva ma soprattutto è un collettivo che può contare su alternative, su soluzioni interessanti che Vincenzo Montella ha e avrà l’onere e l’onore di valutare nel corso delle settimane, pretendendo dalla sua squadra un’identità sì riconoscibile e concreta ma che può mostrare vari profili nel corso delle partite, a seconda delle avversarie che si troverà davanti.

Questa sera a Brescia, un campo difficilissimo in cui anche la Juventus ha faticato e non poco, la Fiorentina ha fatto una prestazione assolutamente sufficiente ma sotto le aspettative dal punto di vista del dinamismo tattico, del gusto per essere poliedrica, nel coraggio di mostrare il suo talento oltre che la sua ritrovata compattezza. La classifica si muove ma lo fanno inevitabilmente anche i pensieri verso il match contro la Lazio, una squadra fisica ma che dal punto di vista tattico concede qualcosa di più rispetto a Brescia e Udinese, meno ancorata ai precedetti del “controllo” ma che in contropiede dà il meglio di sé stessa. Uno “spartiacque” importante per la Fiorentina e per Vincenzo Montella che adesso deve dimostrare quella sicurezza nei propri, indiscutibili, mezzi che rende un allenatore libero di osare. Siamo certi che attraverso la forza e il coraggio delle idee arriverà anche quel guizzo che al “Rigamonti” avrebbe regalato ai viola 3 punti…

PS: Arriverà anche un pizzico di fortuna, ne siamo certi. Quel soffio che devia di un centimetro il colpo di testa di Pezzella e sposta di altro la gamba di Vlahovic… le partite si decidono spesso sugli episodi e per ora la Fiorentina di buona sorte ne ha avuta veramente pochissima.