7 Maggio 1978. Chi quel giorno era allo stadio o attendeva davanti alla radio i finali di gara, alla notizia che i viola avevano pareggiato 0 a 0 contro il Genoa e che l’Inter grazie ad un goal al 75′ di Scanzini aveva fermato il Foggia, vincendo 2-1, ricorda concretamente quella sensazione di fredda paura che attanaglia chi ha praticamente evitato all’ultimo istante un frontale. La Fiorentina non retrocede, ricaccia la paura indietro e rimane in Serie A.

Una settimana prima. Il flashback è di quelli che fanno ancora più paura. Se lo 0-0 contro il Genoa rappresenta un “frontale appoggiato”, la vittoria di Pescara è per 90 minuti un horror qualche tifoso non rivivrebbe per niente al Mondo. Costretti a vincere e addirittura in svantaggio, appesi alla classe di Antognoni che non sta bene, zoppica e accecato dalla fatica sbaglia anche un rigore.
Perduta, condannata, finita. La Fiorentina arriva al 90′ senza nemmeno accorgersene: il goal di Desolati ha riportato il pareggio, aperto una breccia nella disperazione ma non è abbastanza. I viola si guardano attorno, non sanno come tornare in città e guardare negli occhi i propri tifosi. Poi il miracolo. L’imponderabile che travolge la realtà, che premia una squadra sfinita ma che non si è mai arresa. L’ultima punizione, l’ultimo assalto,l’ultima speranza. Il pallone dai piedi di Galdiolo carambola sul piede di Sella e come un flipper impazzito termina in rete, evitando il TILT definitivo. La Fiorentina poteva ancora sperare.

In esclusiva per Sport Fiorentina, Ezio Sella, protagonista con la maglia della Fiorentina di tre stagioni non facili ma sicuramente importanti nella storia di un club che si apprestava a vivere un cambiamento importante. Con lui abbiamo ripercorso le tappe più importanti di quegli anni a Firenze e ovviamente parlato anche della Fiorentina di Commisso e Montella, una squadra che può contare finalmente di un ritrovato entusiasmo da parte del suo pubblico e che proprio per Firenze dovrà lottare per obiettivi di gran lunga superiori a quelli per i quali i gigliati hanno lottano negli ultimi anni.

– Facciamo un passo indietro di circa trent’anni. E’ un Fiorentina – Atalanta dell’Aprile 1978 e al Franchi i viola sono sotto di due goal…. Poi cosa accade?

Una partita che non dovevamo perdere assolutamente si stava trasformando in un incubo. Nel giro di 6 minuti l’Atalanta si era portata sul doppio vantaggio, eravamo completamente atterriti e considerando che Giancarlo Antognoni era stato costretto a lasciare il campo, il morale era proprio sotto i piedi. Siamo stati bravi a non mollare, a crederci fino in fondo. Al 66′ proprio il mio goal ha riaperto il match, ha permesso al pubblico di ritrovare speranza, quel flebile entusiasmo che ha acceso il Franchi e spinto tutti noi giocatori a reagire. Cinque minuti dopo il goal di Casarsa ha completato la rimonta… nel finale avremmo potuto addirittura conquistare la vittoria, peccato fummo sfortunati. Il grande carattere di quella squadra è stato la forza per superare tante difficoltà, per evitare la retrocessione.

– Per due stagioni Ezio Sella è stato il capocannoniere di una Fiorentina che aveva qualche problema in fase di realizzazione…. un parallelismo con la Fiorentina attuale è possibile?

Credo che il limite più grande di quella Fiorentina, una squadra di grandi professionisti ed estremamente generosa, fosse la mancanza di qualità: era una Fiorentina che a livello societario non aveva grandi possibilità economiche, non potevamo contare su innesti importanti, lo sforzo che Firenze chiedeva a quella proprietà era unicamente quello di trattenere Giancarlo Antognoni, un campione, un numero 10 inarrivabile un grande compagno di squadra. La Fiorentina di Commisso ha operato sul mercato in modo intelligente e ambizioso adesso Montella deve creare e consolidare un progetto tecnico convincete sul quale sicuramente la proprietà saprà investire ancora in modo mirato e generoso.

– Questa Fiorentina oltre ad una nuova proprietà, fortemente intenzionata ad investire, può contare su un’entusiasmo nuovo, un amore mai sopito ma sicuramente rinnovato. I 30.000 abbonati del Franchi potranno incidere nelle prestazioni della squadra di Montella?

Assolutamente si. Tra la Fiorentina e Firenze c’è un legame indissolubile e profondo, un amore che io da giocatore ho sempre percepito e che mi ha sempre motivato a fare il massimo. Mi sono sempre sentito la maglia viola cucita addosso pur provenendo da un’altra città e questo ovviamente lo devo ovviamente al grande cuore dei fiorentini

-Avrà giocato un ruolo fondamentale anche la figura di Mazzoni, tecnico ai tempi del suo esordio in massima serie con la Fiorentina e autentico cuore viola….

Ricordare Mario è sempre bello. Ho di lui un ricordo splendido, un uomo per bene, un allenatore preparato, un tifoso appassionato. Aveva una grande stima di me, non solo dal punto di vista sportivo, un sentimento che mi ha sempre dimostrato: non solo un allenatore ma un secondo padre, fondamentale nella mia esperienza a Firenze e per la mia carriera.


– Da attaccante come giudica le scelte di Montella di optare sempre più spesso per un attacco rapido e tecnico? Sembra che l’opzione di inserire un centravanti sia relegata ad essere una mera alternativa?

Credo che con Pedro e Vlahovic, Montella abbia a disposizione sicuramente soluzioni importanti e qualitativamente affidabili. Il tecnico della Fiorentina è un allenatore proiettato ad un calcio propositivo e rapido e vede ovviamente in Ribery, Chiesa e Sottil, interpreti perfetti. Nel calcio moderno, sempre più totale, sempre più intenso, il ruolo del centravanti è profondamente diverso dalla concezione più classica del ruolo. L’attaccante è sempre più coinvolto nelle fasi del gioco, il bomber vero e proprio finirà con l’essere una rarità ma sono certo che se inseriti nel giusto progetto tecnico-tattico, Vlahovic e Pedro saranno tenuti in giusta considerazione e soprattutto messi nella condizione per dare un importante apporto alla Fiorentina.