Nel post partita di Cagliari – Inter, l’allenatore dei nerazzurri ha parlato ai microfoni di Sky utilizzando una serie di espressioni che, analizzando il momento che sta attraversando la Fiorentina, risuonano in modo piuttosto particolare. “La mentalità vincente la possono dare esclusivamente le vittorie”. Ossia, soltanto vincere può portare realmente una squadra a rendersi conto di quelli che sono i passaggi giusti da fare per trasformare una buona teoria in una vera e propria filosofia di gioco e di pensiero.

La Fiorentina di Montella non sa vincere. Non ha mai vinto ed è per questo che quando passa in vantaggio, quando potrebbe alzare la testa finisce con lo spaventarsi a morte e tirare completamente i remi in barca. Un passo avanti e due indietro, così non si cresce! La prestazione di Genova non lascia scampo ad un certo tipo di riflessioni: una difesa in confusione totale che palesa difficoltà clamorose sulle palle inattive e i soliti affanni contro le squadre rapide. Centrocampo con poca fisicità, buoni piedi ma il filtro è praticamente inesistente.

Montella lo ammette, la sua Fiorentina è una squadra che deve crescere in personalità e convinzione ma sono dinamiche che si possono allenare fino a un certo punto, soprattutto se i giocatori di maggior esperienza sono così remissivi: non ha fatto un certo effetto anche a voi trovarsi ad ammettere che in quanto ad idee, ordine e fosforo, Castrovilli avesse preso di fatto il posto di Badelj?

Per Chiesa tutte le attenuanti del caso considerato la stagione di grande sacrificio dello scorso anno, conclusasi con gli impegni con l’Under 21 e la Nazionale maggiore ma da un giocatore con i suoi numeri e le sue qualità, sul quale la Fiorentina vuole costruire un futuro si esige continuità a sostanza non una preoccupante intermittenza. 

E’ evidente la mancanza del centravanti e ancora non è chiaro il perchè Dusan Vlahovic entri in campo soltanto al 71′ minuto. Dalla Fluminense è in arrivo Pedro, un giocatore con qualità importanti che sicuramente chiederà tempo e stimoli per adeguarsi il più velocemente possibile alle richiede del calcio italiano… certo vedere una doppietta in panchina e una Fiorentina che ancora stenta a trovare profondità sarebbe proprio uno scenario grottesco!

Tornando alla riflessione sulle parole di Conte, il paragone è impietoso ma doveroso: lo sguardo dei giocatori dell’Inter rispecchia molto la fame e la grinta del suo allenatore. La Fiorentina e Montella sono invece dolorosamente stralunati. Il Genoa di Andreazzoli, come tutte le squadre del tecnico toscano, non è stato passivo, non si è arroccato ma ha proposto idee di gioco che se nel corso dell’anno troveranno continuità sicuramente riporteranno l’allenatore e alcuni interpreti del suo gioco sul altri palcoscenici. La Fiorentina per lunghi tratti si è adeguata. Ha risposto come poteva a ciò che la partita le metteva davanti. Ha sperato che le cose non peggiorassero. 

Perdere a Genova era pericolosissimo, lo avevamo preannunciato. E’ una sconfitta che ti espone alla paura che svela i limiti che porta la Juventus a pensare di aver davanti un’avversaria non solo più debole ( per carità, in poche sono migliori della Juventus!) ma con poche idee, con scarso lavoro nell’organizzazione di squadra. 

Si è parlato di un “mercato funzionale”. Funzionale alle idee di gioco di un allenatore, funzionale ad un progetto tecnico proiettato al futuro. La Fiorentina ha effettivamente operato intelligentemente sul mercato, chissà se arriverà l’ultima sorpresa in queste ore finali?!? Certo è che il compito di palesare questo progetto nel più breve tempo possibile è di Montella e di nessun altro!  E’ impensabile che una città come Firenze dimentichi la sensazione della vittoria: non c’è entusiasmo che tenga. E anche la nuova proprietà sa di non potersi permettere una partenza ad handicap proprio il primo anno!