Ci sono due notti di estremo dolore sportivo che legano Franck Ribery al dolore dei tifosi della Fiorentina. Due amare beffe dove a far piegare la testa a Firenze non è la terribile ma imparziale legge del più forte sul campo ma quella più svilente e tossica, quella del più forte e basta.

L’amarezza è talmente potente che quell’incubo lo si può quasi percepire ancora, mantiene intatti i contorni dei momenti peggiori che nello sport solitamente sono sempre connessi a quel senso di impotenza dove capisci che non puoi più far nulla per cambiare quello che a detta di tutti, anche dei tuoi avversari che fino a prima avevano paura e adesso festeggiano, è un risultato ingiusto.

A Monaco per un clamoroso fuorigioco che come disse la splendida Margherita Hack “avrebbero visto anche sulla Luna” a Firenze per il gioco e per il coraggio espresso in campo dalla “piccola” Fiorentina che quell’anno più che mai mostrò i muscoli in versione europea, prima nel girone e clamorosamente punita alle urne del sorteggio dove ad attenderla c’era il Bayern.

Il Bayern Monaco di Van Gaal ha un mantra tattico. L’obiettivo è vincere la finale di Champions (partita alla quale arriveranno proprio nel 2010 uscendo però sconfitti da un’altra italiana) e per raggiungerlo quel mantra è fondamentale. E’ una squadra prevedibile nelle azioni ma incontenibile in esse grazie al talento dei suoi interpreti: un 4-4-2 che si rovescia in un 4-2-4 quando gli esterni Ribery e Robben attaccano a supporto di Gomez e Muller. Lanciare Ribery e Robben è il mantra: senza offesa per i grandissimi numeri dei centravanti ma quei due sono un altro pianeta. Verticalizzazioni improvvise che nelle difese affondano come il coltello nel burro, il Bayern è una squadra molto fisica ma grazie a quei due fenomeni non è statica, anzi! Ogni partita diventa velocissima, le azioni sugli esterni martellanti, chiunque graviti attorno a quei due rischia di impazzire o rimediare un cartellino alla velocità della luce alla quale viaggiano loro.

La Fiorentina gli affronta con Natali, Kroldrup (che segnerà), Pasqual, Comotto, Felipe, De Silvestri e Gobbi (espulso nella gara di andata) e a piegarla sarà soltanto un rigore, una topica arbitrale clamorosa, un missile di Van Bommel (e chi se lo aspettava) e l’imponderabile. Ok, è uno dei numeri di Robben quello ma non ti aspetti che la palla prenda quel giro, prenda quella traiettoria tremenda che batte Frey e condanna la Fiorentina ad una notte lunghissima.

Robben e Ribery non sono in crisi, sono nella loro forma migliore, esprimono un calcio moderno e talentuoso, mettono in difficoltà la Fiorentina che li teme, li affronta ma non li subisce. Questo è il rimpianto peggiore. Aver affrontato quei gioielli e non aver perso a causa loro.

A 9 anni di distanza c’è una nuova storia da scrivere e il destino ha deciso dovessimo scriverla insieme a Ribery. E’ il momento di mettere da parte i rimpianti Fiorentina e andare avanti, alla velocità di Ribery, verso un futuro bellissimo.

 

 

 

Photo by @FranckRiberyOfficialFacebook e @Andrea Martini