Simeone che subentra a partita in corso (ma vista la formazione iniziale scelta da Montella questo è un particolare senza importanza), segna un bellissimo goal e sceglie un’esultanza molto particolare per festeggiare la rete. Tra gli scatti ideali della partita tra Fiorentina e Galatasaray sicuramente quelli che riguardano Simeone sono piuttosto eloquenti.
Simeone si ferma e indica nome e numero stampati dietro la sua maglietta: sembra dire “Sono io”, sembra voler ricordare a Firenze e alla Fiorentina che questa squadra un centravanti ce l’ha, si chiama Giovanni Simeone e merita un’altra possibilità.Dare un’altra interpretazione a questa esultanza sarebbe tendenzioso: sicuramente la sua sarà stato un moto d’orgoglio ma per pensare che Simeone volesse essere polemico ci vuole fantasia. Carissima gli costò quella caduta di lucidità contro l’Empoli, quando con un dito alzato davanti alla bocca si inimicò l’unico settore che veramente aveva avuto per lui soltanto parole di incoraggiamento, che aveva avuto memoria, tenendo conto di quanto sia delicato il ruolo di attaccante soprattutto per un giovanissimo.

Certo, negare che la Fiorentina non si stia muovendo sul mercato per l’acquisto di un attaccante è poco credibile e ancora meno credibile sarebbe affermare che Simeone e Vlahovic hanno il 50% di possibilità ciascuno di lasciare la Fiorentina in caso di un arrivo nel reparto offensivo.
Se per Vlahovic Montella non si è nascosto, esprimendo sempre parole di grande stima, diverso è il discorso per Simeone sul quale si è spesso glissato. Venderlo adesso certo sarebbe tutto fuorchè un affare, quindi Pradè dovrà essere abile a studiare una formula che accontentando il giocatore possa tutelare e favorire la Fiorentina nel presente e anche in ottica futura.

Le caratteristiche del centravanti ideale per questa Fiorentina sono quindi quelle di una prima punta di grande fisico: un pensiero che lo staff tecnico figliato condivide a pieno considerati i nomi che rimbalzano riguardo il prossimo mercato viola.

C’è da considerare che se, come prevedibile, venisse scelto come sistema di gioco il 4-2-3-1, avere un centravanti forte fisicamente è oltremodo necessario. Un attaccante che non tema di “fare a sportellate” con i difensori, capace di creare spazi per inserimenti laterali e da dietro, che sappia difendere il pallone e far salire la squadra nelle ripartenze.

E poi ci sono i calci piazzati: nella prima gestione tecnica di Montella gli schemi della Fiorentina sui calci d’angolo e le punizioni risultavano spesso fatali per gli avversari. Grande preparazione, idee, precisione ma questa squadra non potrà certo prescindere da un attaccante in grado di farsi valere sulle palle alte.

E’ difficile esprimere un nome in particolare perché in questo strano calciomercato estivo vi sono situazioni economiche e di mercato decisamente particolari, basti pensare al gioco al rialzo fatto all’Inter da  Manchester United e Roma per Lukaku e Dzeko, pedine che Conte ritiene imprescindibili, o all’asta silenziosa che si è scatenata per Mario Mandzukic e per Fernando Llorente, giocatori di grande esperienza e blasone, in partenza sicura e alla ricerca di un’ultima avventura europea in grado di metterli magari al centro di un progetto ambizioso e di un attacco giovane che con loro guadagnerebbe di esperienza e peso. Si parla di ingaggi altissimi, inutile girarci attorno e anche se Rocco Commisso non ha mai affrontato questioni strettamente legate al monte stipendi è ovvio che la Fiorentina possa non essere disposta a fare follie per giocatori over 30.

Nell’ultimo giorno di mercato dell’estate 2012 i viola erano alla ricerca del medesimo profilo di giocatore: i tifosi, dopo la clamorosa vicenda Berbatov, erano quindi molto curiosi di conoscere l’ipotetico nome sul quale Pradè avrebbe dirottato e nonostante l’operazione che riportò Luca Toni a Firenze fu decisamente last minute, tutti sorrisero di soddisfazione quando il Club ufficializzò il ritorno dell’uomo che nel 2006 aveva condotto a suon di goal la Fiorentina in Europa. Avevano ragione i tifosi ad essere stupiti ma felici, aveva ragione Pradè a credere in quel trasferimento che era tutto fuor che un ripiego e aveva ragione Luca a credere ancora in sé stesso (il campionato successivo a Verona ne fu la prova).

C’è quindi la certezza che Pradè si stia muovendo in una direzione logica ma chissà, spettacolare, e che, conscio dell’identikit di centravanti di cui necessita la Fiorentina, voglia semplicemente attendere il momento giusto per provare l’assalto ad un nome importante!