“Sono dove devo essere. A casa mia”

Quel che colpisce delle parole con cui Alia Guagni ha annunciato la sua decisione di rimanere a Firenze per indossare la maglia della sua città, vestire i colori del suo cuore è l’estremo orgoglio.
Un post a cuore aperto il suo, l’ideale spiegazione che tutti avendone la possibilità le chiederemmo di darci. Noi, fiorentini come lei, che ci stupiamo per una dimostrazione cosciente di amore e riconoscenza. Ecco come il calcio ci ha cambiato.

La Capitana gigliata non ci gira molto attorno, riconosce nell’offerta del Real Madrid quel “treno” che raramente passa nella vita di una persona, valuta ogni aspetto di  quella che sarebbe una decisione potente, capace di cambiarle la vita, le prospettive, i sogni. Una questione di soldi, di blasone di opportunità. Dici Real Madrid e la gente sa chi sei. Cosa rappresenti. I blancos hanno cambiato la storia del calcio, il corso degli eventi del pallone è legato a figure come Santiago Bernabeu. Un Club con un peso specifico spaziale, un loro investimento nel calcio femminile è un passo in grado di cambiare le sorti di questo sport. Ma Alia sa chi è. Non ha bisogno della “camiseta blanca” per ricordarselo.

Probabilmente il talento di Alia, quello che ha incantato i grandi Club Europei agli ultimi Mondiali, è così potente e diretto grazie anche ad una consapevolezza netta dei motivi che l’hanno spinta a giocare a calcio: uno è certamente l’amore per Firenze.

Il senso di appartenenza di Alia Guagni è un sentimento totalizzante, di quelli che ti spingono a fare scelte impopolari ma giuste. Quelle scelte che nello stupore generale di fanno andare a dormire tranquillo. Ma quello che i più non capiscono è che questa giocatrice non ha scelto di mettere l’animo da tifoso prima di quello di atleta: chi è fiorentino lo sa bene. Semplicemente non c’è un interruttore per esserlo “un po’ meno”. Gli altri non capiranno ma va bene così. Quel che ha spinto Alia Guagni a dire no al “treno d’oro” che l’avrebbe portata a Madrid è la stessa sensazione che spinge il tifoso della Fiorentina a crederci sempre. A pensare di voler raggiungere i risultati delle grandi senza però invidiarle mai nemmeno per un istante.

Alia Guagni ha scelto Firenze dopo un’annata ottima ma che ha visto ancora una volta le bianconere primeggiare. Lo ha fatto come lo fa un tifoso e non una vedette, lo ha fatto “nell’ora di sconforto e di vittoria” pur sapendo che se avesse fatto altrimenti Firenze l’avrebbe assolutamente capita e rispettata. In un universo come il calcio femminile ancora preoccupantemente parallelo a quello degli uomini, dire di no alla proposta del Real Madrid era pura fantascienza. Oggi è storia.

Un NO arrivato a fronte di una riflessione concreta e cruda in cui sicuramente la giocatrice e il suo entourage avranno riflettuto non solo sulla proposta della Fiorentina, ma sulle opportunità che il calcio italiano dà ad una donna. E’ vero sono stati fatti passi avanti importantissimi, la partecipazione all’ultimo Mondiale ne è la prova ma purtroppo siamo sempre il Paese che ha dato potere decisionale  e voce a chi è chiaramente infastidito da una donna che vuole giocare a calcio.

Ecco, Alia Guagni non solo gioca a calcio, ma lo fa da Dio.  Con l’applicazione e l’impegno di chi vuole essere Capitano di una squadra e rappresentarne così la città rilancia la sfida alla Juventus e non vede l’ora di riportare la Fiorentina in europa. Sa che non avere il potere contrattuale dei colleghi uomini ma con fermezza afferma quanto in pochi tra loro hanno avuto il coraggio di fare.

Questa è una storia bellissima da raccontare, una storia di calcio, di amore e di orgoglio che abbiamo il privilegio di aver vissuto a Firenze.Uno dei traguardi che il calcio femminile sta raggiungendo è quello di entrare nel cuori di tifosi e ifose di ogni età un entusiasmo che cancella il preconcetto per il quale il calcio è una “cosa da maschi”. Decisioni come questa faranno la storia. 

Grazie Alia, così fiera di essere fiorentina.

Photo by @Andrea Martini