Quando ci ritrovammo spettatori entusiasti dello Juventus Stadium sold out per il match di alta classifica tra Fiorentina e Juventus scrivemmo subito che quella splendida domenica non era che la prosecuzione del percorso di crescita verticale del calcio femminile. Un percorso bellissimo che già al termine della dalla vittoria contro il Portogallo che decretava la partecipazione dell’Italia al prossimo Mondiale, non poteva più essere ignorato da nessuno. Nemmeno da chi pochi anni fa non voleva noia da “quattro lesbiche”. Un’onda di entusiasmo importantissima per tutto il movimento che fino a pochi anni fa non poteva contare su questo tipo di visibilità e soprattutto sul determinante impegno dei Club di massima Serie che con il loro ingresso nel calcio femminile hanno sancito l’inizio di un nuovo corso, quello verso il professionismo.

Strutture adeguate, tecnici preparati, costruzione di scuole calcio e inserimento di sponsor importanti, indispensabili per alzare l’asticella e proiettare il calcio femminile nel futuro in modo competitivo. La risonanza di questo Mondiale così come le 40.000 presenze all’Allianz Stadium avranno un’effetto incredibile, porteranno una, cento, mille bambine che amano correre dietro al pallone ad essere ambiziose, a pensare che sognare l’esordio a San Siro non è una prerogativa del fratellino. E chi se ne importa se non arriverà: è comunque bello pensare che gli idoli dei bambini e delle bambine di domani non saranno solo Messi o Ronaldo ma anche Guagni e Bonansea, così come accade negli USA dove calciatrici come Mia Hamm sono autentiche star. Stadi pieni, una dirette Sky, un susseguirsi di approfondimenti molto interessanti di preparazione al match. Tutto questo segna un traguardo importante ossia cancellano il concetto per il quale il calcio è una “cosa da maschi“.

La partecipazione alla Champions League di Fiorentina, Juventus e Milan è un passaggio determinante per conferire al calcio femminile una dimensione internazionale che ancora deve essere consolidata e che di fatto potrebbe essere l’unico limite della Nazionale di Milena Bertolini, un tecnico che di certo alle sue ragazze non regala nulla.

L’Italia schianta con grande merito la Cina in una partita dalle mille difficoltà, a bordo campo esultanze e occhi lucidi ma davanti ai microfoni torna tutta la solida serietà che ha permesso al progetto Azzurri di arrivare a regalarsi un sogno: “Non abbiamo giocato benissimo – commenta a caldo Bertolini – siamo state ciniche e questo ci ha permesso di raggiungere un risultato storico.” Con l’Olanda, che con il Giappone è stata molto più cinica di noi, servirà mettere in campo tutta l’esperienza e il pragmatismo del nostro DNA italiano. Le Campionesse d’Europa sono favorite ma l’Italia può sfruttare le ali di un entusiasmo sconosciuto e bellissimo che non pone limiti, che porta le Azzurre a spostare sempre più in alto l’asticella.

Professionalizzare è la parola chiave. L’intento dei grandi Club italiani che per primi hanno voluto investire nel calcio femminile con passione e programmazione è stato fin dall’inizio quello cambiare le condizioni di partenza di uno sport che nel nostro Paese ha grandissimo potenziale: i fatti lo dimostrano. Ma guai a farla diventare una lotta tra uomini e donne: che amarezza quando si ascoltano becere strumentalizzazioni che vorrebbero una selezione migliore di un’altra. Per non parlare di qualche infelice articolo dove si chiede di riportare il calcio ad uno sport esclusivamente maschile in nome di chissà quale principio.

In un’intervista rilasciata a Sky, Carolina Morace raccontando i giorni in cui ha sostenuto il corso per diventare allenatrice professionista ha ricordato il momento in cui ha capito di essersi conquistata la stima e il rispetto di tutti i colleghi maschi: quando dalle lezioni teoriche la classe si è spostata sul campo da gioco. 

Italia – Cina è un’altra prova concreta agli scettici. Ma c’è davvero bisogno di fare sempre così tanta fatica?Probabilmente se il calcio femminile avesse goduto della giusta considerazione da sempre o per lo meno da quando a gran voce la richiede, l’Italia prodigio di Milena Bertolini non sarebbe certo vista da tutti come una sorpresa.

 

 

PHOTO BY FIGC @NazionaleFemminilediCalcio  e @Andrea Martini