Scoprire il significato di una parola. O meglio di una dimensione. Quando 1º agosto 2002, con la mancata iscrizione in Serie B e lo sgretolarsi completo di una rosa che di fatto tornava in possesso dei propri cartellini, la Fiorentina si trovava in una posizione di scacco totale.  Da bambino quando canticchi l’inno della Fiorentina, quando arrivi alla strofa che recita “Nell’ora di sconforto e di vittoria” non puoi immaginare che la tua sconfitta un giorno arriverà da un’ aula del tribunale, che c’è qualcosa di peggio di perdere l’ultima grande occasione dell’era Cecchi Gori per alzare un trofeo, quella Super Coppa che andrà alla Roma, o dover salutare Batistuta (alla Roma anche lui). Di peggio c’è, ed è sparire.

La Fiorentina non c’è più. Nei giorni successivi all’ingresso della Famiglia Della Valle a Firenze come nuovo asset proprietario della neonata società Florentia Viola, una ancor più incredibile scoperta: la Serie C2. E’ il 7 Agosto 2002 e il calcio italiano, di fatto non riconosce alcun merito nei 76 anni della storia gigliata: non si possono fare sconti, per Macalli è impensabile cambiare i piani con cui è organizzato il campionato di Serie C1, copertura finanziaria assicurata dalla nuova proprietà non è abbastanza. C’è una lunga strada da fare per tornare in Serie A e il primo pezzo è una salita durissima.

Ma Firenze non si sente da Serie C. Non sarà una sentenza a cancellarla. L’Artemio Franchi si riempie ogni domenica, si riempiono i campi di provincia dell’Italia intera che spesso si rendono conto di non essere in grado di accogliere la marea viola da cui erano invasi nella gara interna contro la Fiorentina. Ecco, questa premessa per presentare quello che i Della Valle hanno trovato nel 2002 a Firenze: assolutamente niente a livello tecnico, nessun patrimonio societario se non l’incrollabile fede di un popolo che non si arrende nemmeno di fronte all’inappellabile condanna all’oblio. A questo si deve pensare quando dalla Curva Fiesole di alza il coro “Noi siamo la Fiorentina”.

Per non pensare di essere sparito, di essere fallito, non sei tifoso della Fiorentina, sei la Fiorentina. Firenze molte volte ha avuto bisogno di ritrovare unità di intenti e di vedute, riscoprire l’entusiasmo ma quel patrimonio raro che è l’orgoglio di essere fiorentini, quello c’è sempre. Si scrive Florentia Viola per Firenze quella sarà la Fiorentina: dopo il cambio in panchina di problemi di fatto non ce ne sono mai. Il primo eroe dell’era Della Valle, oltre a Angelo Di Livio che decide di restare per riportare la Fiorentina in Serie A, assicurarsi che possa rimanervi e dire serenamente addio al calcio, è Christian Riganò. “Riga Gol” non è stato soltanto un bomber per la storia della Fiorentina. E’ stato una certezza. Prelevato dal Taranto dove aveva segnato 41 gol in 64 partite, Riganò si presentò al Franchi con una doppietta al Castel di Sangro e chiuse il primo anno in viola con 30 reti in 32 presenze.

Quella della Fiorentina in Serie C2 è una cavalcata trionfale, niente la tocca, Firenze è unita per tornare dove le compete stare, chissenefrega se le televisioni e media nazionali sembrano averla dimenticata, che sorridere gli striscioni dei tifosi di Prato e Pistoiese (all’epoca entrambe in Serie serie C1) lungo l’autostrada verso le trasferte ad Agliana, san Giovanni Valdarno e Montevarchi. Firenze sapeva che quello era un inferno momentaneo, che non sarebbe stata la Fiorentina quella a rimanere per sempre legata a quelle categorie. 

E difatti a Maggio con 12 punti di distacco dal Rimini, la Florentia Viola vince il campionato di Serie C1. E’ pronta a riprendersi quello che le è stato tolto, a cominciare dal nome e dai trofei, uno sfregio assurdo, un incubo che finiva.