La laurea in ingegneria industriale alla Columbia University, di fatto il primo passo che avvicina Rocco Commisso agli impegni delle telecomunicazioni, racconta molto di lui. In primis perchè Commisso, nato a Marina di Gioiosa Ionica e figlio di un falegname trasferitosi con la famiglia in Pennsylvania a quel College così prestigioso non ci accede grazie ad una famiglia facoltosa e potente ma grazie agli ottimi risultati ottenuti alla Mount Saint Michael Academy e ad una borsa di studio assegnatagli grazie ai suoi risultati sportivi ottenuti… nel calcio!

La storia di Rocco Commisso rappresenta il sogno americano, la scalata al successo e al potere nella Terra dell’Opportunità in cui nessuno parte in svantaggio,  rappresenta l’evoluzione di pensiero che segue il business e dopo aver fatto esperienza prova il salto da solista. La prima chance lavorativa importante di Commisso lo vede assunto nella Pfizer ossia la più potente società del Mondo attiva nel settore della ricerca, della produzione e della commercializzazione di farmaci, fortissima su tutti i settori terapeutici. Lo step successivo è l’alta finanza con il trasferimento negli uffici della Manhattan Bank attualmente parte del colosso JPMorgan Chase, il gruppo che secondo le prime indiscrezioni avrebbe curato la mediazione con la Famiglia Della Valle per l’acquisizione della Fiorentina.

Il primo miracolo di Commisso ha però un nome, ossia CABLEVISION, società produttrice di cavi negli Stati Uniti che sotto la guida dell’italo-americano afferma il suo ruolo di leader nel settore delle telecomunicazioni vedendo lievitare il suo fatturato e il suo blasone a livello mondiale.

Come inizia l’avventura di Mediacom? Ovviamente come le migliori idee made in USA. La leggenda vuole infatti che la start up sia nata proprio nel suo garage! Nel 1995 Rocco Commisso ha grande esperienza come top manager, CFO e dirigente esecutivo… il ruolo di imprenditore lo chiama soprattutto grazie alle sue continue intuizioni.

In un primo momento Mediacom Communications acquisisce i sistemi via cavo nelle comunità americane demograficamente più piccole finché nel 2000 il gruppo può contare su un core-business così affermato da attirare grandi investimenti. La società viene così quotata a Wall Street e si lancia alla conquista del Midwest e del Sudest, un’espansione che non incontra grossi inciampi e che porta il gruppo, di cui Commisso detiene l’87% delle quote, tra l’ottavo e il quinto posto fra gli operatori via cavo negli Stati Uniti.

Tra le sue proprietà non vi è solo Mediacom. La classifica redatta annualmente da FORBES stima il suo patrimonio in circa 4,5 miliardi di dollari. Piuttosto importanti anche i numeri delle sue aziende considerati i 4.600 dipendenti in 22 Stati.

Ma veniamo adesso alla sua dimensione sportiva. Primo capitolo: Rocco Commisso e la Juventus. Beh una storia piuttosto comune a molti suoi corregionali che pur abitando così lontani da Torino, da bambini hanno iniziato a simpatizzare per i bianconeri. Lo ha detto lui stesso in un intervista alla Gazzetta dello Sport quando facendo un passo indietro nella sua infanzia ha raccontato: “Sono tifoso della Juve perché a fine Anni 50 vinceva e la Gazzetta che leggevo dal barbiere ne aveva le pagine piene…”

Trattasi insomma di una simpatia giovanile che a Firenze possono di certo perdonargli. Nel 2010 Commisso rifiuta di fatto di inserirsi nella cordata guidata da Thomas Di Benedetto per l’acquisizione della AS Roma poichè conscio che il suo ruolo all’interno del CDA non sarebbe stato centrale. La ricerca di un progetto sul quale avere controllo fa quindi pensare a quanto il Tycoon italo-americano tenesse ad inserirsi da protagonista nel panorama calcistico europeo, un sistema dispendioso e competitivo.
Nel mondo del soccer americano la sua figura rappresenta una rottura: odia le mezze misure, dimostra a più riprese la sua insofferenza verso l’approccio poco agonista USA verso il calcio che a suo avviso sarebbe da “rendere meno americano”. Alla Federazione è tra i primi a richiedere un regolare sistema di promozioni e retrocessioni, ritiene che il movimento calcistico d’Oltreoceano crescerà soltanto attraverso la vera competizione, visto che nei numeri l’America non ha rivali, così come nel trasformare lo sport in entertainment, i Club e i giocatori in brand e le attività collaterali ad esso, in business.

In America la MLS (l’equivalente della nostra A) e la USL (la Serie B) hanno spesso fatto i conti con le idee di Rocco Commisso che rivendica di fatto il diritto dei Presidenti a rimanere assolutamente indipendenti nelle scelte economiche: insomma i vincoli non piacciono molto a Commisso che infatti si è reso protagonista di una delle trattative di cessione di un Club europeo più rapide di sempre. Da riconoscere il merito della famiglia Della Valle nell’aver consegnato al al nuovo numero uno gigliato una società con i conti a posto ma anche l’ennesima prova di come “potere è volere” sia il mantra del nuovo numero uno gigliato.

 

 

 

 

 

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