Ebbene si. Anche la tappa numero 16, “Sua altezza il Mortirolo” (12 km al 10,9% di pendenza media e massime addirittura del 18%) ha rispettato le attese e stravolto un po’ quelli che erano gli equilibri della classifica generale, lasciando intatta però quella che adesso per Vincenzo Nibali si è trasformata in una preoccupante costante: la Maglia Rosa sulle spalle di Carapaz.

La attesissima tappa Lovere-Ponte di Legno è orfana del passaggio sul Gavia ma offre ugualmente spunti di bellezza e spettacolo a non finire, momenti di tensione che i corridori cercano di sfruttare a seconda delle proprie sensazioni e soprattutto energie. I riflettori sulla fuga di giornata sono puntati sul piglio e il coraggio di Giulio Ciccone, una scheggia negli ultimi metri quando con un colpo da maestro liquida Jan Hirt e taglia il traguardo braccia al cielo in una delle frazioni più prestigiose della corsa rosa. Per quanto riguarda i nomi in corsa per la testa della classifica generale, iniziamo dai nomi di coloro che anche un po’ a sorpresa non riescono a rispondere presente alla prova di maturità di questa edizione numero 102 del Giro d’Italia.
In affanno Primoz Roglic e Miguel Angel Lopez. I due incassano rispettivamente 1’23’ e 23”dallo Squalo dello Stretto che in classifica scavalca proprio lo sloveno al secondo posto. Saldissima, dicevamo, la posizione di Carapaz, supportato anche dal lavoro praticamente inappuntabile della sua Movistar.

Le emozioni più grandi sono arrivati proprio in prossimità del Mortirolo, quando a spaccarsi è sia il gruppo degli attaccanti sia quello degli uomini con ambizioni di classifica: Domenico Pozzovivo impone un forcing sostenuto e cerca in tutti i modi di fare il miglior servizio al suo capitano Vincenzo Nibali, che infatti scatta a 34 km dal traguardo. Non tardano ad arrivare le risposte di Miguel Angel Lopez, Mikel Landa e Carapaz, ma non quella di Roglic, il grande assente della giornata. lo sloveno si stacca e si aggrega al gruppo capitanato da Simon Yates, Bauke Mollema e Ilnur Zakarin.

Bene ma non benissimo insomma. Nibali sa di doversi inventare qualcosa per riuscire a strappare un primato all’equadoriano che anche nei momenti più complicati può contare sul super sostegno di una squadra fortissima (vedi la voce Landa). Chiare le dichiarazioni del siciliano a Gazzetta: «Come recupererò quello svantaggio sull’ecuadoriano? Non lo so. Sarà davvero complicato, perché ha dimostrato di essere molto forte. Quando mi sono ritrovato con lui era giusto procedere assieme e collaborare, in modo da guadagnare su Roglic. Sono contento per quello che ho guadagnato sullo sloveno, l’annullamento del Gavia probabilmente ci ha tolto qualcosa d’importante”.

ORDINE D’ARRIVO

1) Giulio Ciccone (TFS) in 5h36’24”

2) Jan Hirt (AST) st
3) Fausto Masnada (ANS) +1’20”
4) Vincenzo Nibali (TBM) +1’41”
5) Hugh John Carthy (EF1) +1’41”
6) Richard Carapaz (MOV) +1’41”
7) Mikel Landa Meana (MOV) +1’41”
8) Joseph Lloyd Dombrowski (EF1) +1’41”
9) Damiano Caruso (TBM) +1’49”
10) Mattia Cattaneo (ANS) +2’03”

 

CLASSIFICA GENERALE

1 CARAPAZ Richard MOVISTAR TEAM 70h 02’ 05” 0’ 00”

2 NIBALI Vincenzo BAHRAIN – MERIDA 70h 03’ 52” 01’ 47”
3 ROGLIC Primoz TEAM JUMBO – VISMA 70h 04’ 14” 02’ 09”
4 LANDA MEANA Mikel MOVISTAR TEAM 70h 05’ 20” 03’ 15”
5 MOLLEMA Bauke TREK – SEGAFREDO 70h 07’ 05” 05’ 00”
6 MAJKA Rafal BORA – HANSGROHE 70h 07’ 45” 05’ 40”
7 LOPEZ Miguel Angel ASTANA PRO TEAM 70h 08’ 22” 06’ 17”
8 YATES Simon Philip MITCHELTON – SCOTT 70h 08’ 51” 06’ 46”
9 SIVAKOV Pavel TEAM INEOS 70h 09’ 56” 07’ 51”
10 POLANC Jan UAE TEAM EMIRATES 70h 10’ 11” 08’ 06”