La sconfitta di domenica al Castellani ha regalato solo due note realmente positive per la Viola, e provengono entrambe da giocatori che però, in questo momento, vestono i colori azzurri: Dragowski e Traorè.

Oltre ad evidenziare le ottime dell’estremo difensore polacco, è infatti importante considerare anche la caratura della prestazione del centrocampista promesso sposo Viola. Il giocatore ivoriano ha infatti sottolineato, ancora una volta, qualità interessanti, sia a livello tecnico-tattico che a livello di leadership e personalità. A soli 19 anni è già riuscito a marcare la maturità raggiunta e una personalità fuori dal comune: Andreazzoli se n’è accorto sin da subito, e al suo secondo mandato sulla panchina empolese, gli ha restituito le chiavi del centrocampo.

La cura Andreazzoli è stata a dir poco rigeneratrice per Traorè, finito quasi ai margini della squadra con Iachini. Dal ritorno del tecnico massese infatti, Traorè è tornato ai livelli di sua competenza, esplicitando i motivi che hanno spinto Corvino all’importante investimento. Dal nuovo insediamento di Andreazzoli, avvenuto alla ventottesima giornata, il centrocampista ivoriano è partito sempre titolare, rimarcando il forte binomio presente fra il tecnico e il giocatore. Traorè ha ripagato in pieno la fiducia, alternando buone prestazioni a prestazioni fenomenali: impossibile non menzionare le prestazioni con Napoli, Juventus e Frosinone, sfide in cui l’ivoriano si è dimostrato semplicemente devastante, esplicitando grinta, tenacia e una tecnica sopraffina.

Anche con la Fiorentina è arrivata una buona prestazione: matura ed intelligente. Nel 3-5-2 disegnato da Andreazzoli ricopre perfettamente il ruolo di mezz’ala destra, col compito di svolgere con precisione entrambe le fasi di gioco. Se nella fase prettamente di ‘distruzione del gioco avversario’ riesce ad essere concreto e funzionale, è nella fase offensiva che espone al meglio le sue qualità: buon tiro, ottima visione di gioco e perfetti tempi di inserimento. Un identikit tecnico-tattico che combacia alla perfezione con le idee di Montella, e quindi con la sua idea di “Fiorentina che verrà”. Sarà infatti lui il giocatore che, con le dovute proporzioni, ricoprirà il ruolo di Aquilani nel magico centrocampo Viola della prima avventura “Montelliana”. Le caratteristiche, seppur diverse, descrivono due giocatori che nel complesso hanno valori generali davvero molto simili: se Aquilani versione 2014/15 era forse più dotato a livello tecnico, Traorè compensa con grinta e determinazione, rendendosi indispensabile anche in fase difensiva.

Le qualità sembrano quelle giuste, ma sarà solo il campo a decretare l’esito della scommessa di Corvino.