Lo avremmo fatto tutti. Nelle grandi manovre di mercato dello scorso Gennaio che hanno visto Empoli e Fiorentina piuttosto in sintonia, in un primo momento è passata piuttosto inosservata la decisione di destinare il portiere polacco Bartłomiej Drągowski ad un prestito di sei mesi proprio all’Empoli che con Providel di certo stava palesando più di un problema tra i pali. Il giovane vuole giocare, ha manifestato forte e chiaro la sua volontà di provare a giocarsi le sue chance con maggior continuità e indirettamente ha anche ammesso di non avere saputo sfruttare al meglio quelle concessegli a Firenze.

Casualità. Fondamentalmente Dragowski sa bene che le sue apparizioni in campo sono state più o meno casuali, o dovute all’infortunio di Lafont o, nella scorsa stagione, per la squalifica di Sportiello. Nell’Aprile 2018 il polacco si gioca un po’ la fiducia dei tifosi con due prestazioni non certo brillanti, il Club dopo la decisione di non riscattare Marco Sportiello rilancia con l’acquisto del giovanissimo francese che con un discreto numero di presenze in Legue1 si candida ad essere il prossimo titolare. Dragowski accusa il colpo ma non chiede direttamente la cessione conscio, che forte del lavoro già svolto in anno con Stefano Pioli, può ancora avere discrete chance.

A Gennaio la scelta di Dragowski e ella Fiorentina è probabilmente la più logica. Passare ad un club che garantisce al polacco maggior continuità per poter dimostrare effettivamente il suo valore, un prestito secco che garantiva alla Fiorentina un estremo difensore di riserva di esperienza come Terracciano e soprattutto la possibilità di visionare il quadro generale delle prestazione del suo portiere, che ricordiamo essere uno dei classe 1997 più promettenti a livello internazionale.

L’esperimento è vincente. Dopo aver vinto l’iniziale ballottaggio con Providel, Dragowski acquisisce domenica dopo domenica una sicurezza e una personalità che a Firenze effettivamente gli mancavano: contro l’Atalanta una partita monumentale che gli vale anche un record non da niente. Allo stadio “Atleti Azzurri d’Italia” infatti il portiere polacco ha fatto registrare una statistica senza precedenti: ben 17 parate effettuate, record per una singola partita dal 2004/05, cioè da quando è iniziata la registrazione di questo tipo di dati.

Anche la prestazione contro la Fiorentina gli vale un 8 in pagella. Mai un’incertezza sia tra i pali che in uscita, ottima conduzione della difesa nelle situazioni di calcio piazzato e grande tempra nel gestire l’assalto disperato dei gigliati nella seconda frazione.

La coppia Dragowski – Lafont è l’ennesimo calcolo sbagliato della gestione Corvino che merita un plauso per la scelta di due giovani di così belle prospettive ma che finisce con l’essere clamorosamente miope se si pensa che in un ruolo così delicato un portiere di esperienza è quasi una scelta obbligatoria e soprattutto logica. Come si può chiedere ad un ventenne di accettare la panchina ad oltranza? Gasperini stesso che per la porta richiede sempre due titolari, pare adesso aver fatto la sua scelta nonostante l’Atalanta sia ancora in ballo in due competizioni. 

Montella per quanto riguarda la scelta dell’estremo difensore titolare, nella sua prima gestione ha sempre dimostrato grande equilibrio: ha saputo difendere Viviano sapendo che a quella Fiorentina serviva un portiere di esperienza e rendimento, ha lanciato con coraggio Neto e quando si è trattato di riproporlo in campo quando era già certo il suo passaggio alla Juventus a parametro zero, ha saputo esporsi in prima persona. Che fare adesso? Sicuramente pretendere scelte logiche e massimo appoggio da parte della dirigenza. Il campo in questi mesi ha parlato chiaramente. Speriamo lo faccia anche la Fiorentina