L’errore più clamoroso che la Fiorentina potrebbe commettere è quello di consegnare a Montella una squadra “incompleta”, priva soprattutto degli interpreti nei ruoli chiave per il gioco del suo tecnico.

Nel primo triennio alla guida della Fiorentina, il progetto tecnico – tattico targato Montella forgia una squadra avvolgente, dove la velocità di pensiero deve avere più peso di quella fisica. Non vuole una squadra dall’identità italiana ma mira ad un progetto fortemente caratterizzante e riconoscibile: i viola sono una squadra che si difende attraverso il possesso palla e che ricerca la verticalità attraverso un’idea di profondità ben organizzata.

Montella non ripone il suo credo in sistemi di gioco ma in idee dove il palleggio e la tecnica sono al centro della manovra così come i suoi allenamenti prediligono il lavoro con la palla e sono così in grado di divertire e ispirare i giocatori.
La fase di possesso palla inizia sempre dai centrali di difesa che sistematicamente provano ad allargare il gioco sfruttando il movimento degli esterni. I centrocampisti incaricati di proporsi in fase di appoggio devono avere ben chiara la mossa successiva da fare. I piedi buoni sono importanti, la visione di gioco di più (che giocatore perfetto David Pizarro!).

Servirà un regista, un centrocampista centrale dotato di tecnica, visione di gioco, grinta e geometrie (meglio se anche la nuova ipotetica mezzala sarà dotata di piedi educati… vedi voce Borja Valero). O meglio, un regista sarebbe servito anche in questa stagione, visto che il mancato dialogo tra Pioli – Corvino ha effettivamente rappresentato un auto-sgambetto disastroso per il gioco dei gigliati, provocando prima l’inutile snaturarsi di Jordan Veretout, poi un preoccupante vuoto di idee, quindi di gioco, al quale Montella, un esteta non certo un pratico, proprio non sa come ovviare.

Mettiamo un ulteriore punto all’identikit del perfetto centrocampista del futuro della Fiorentina, un giocatore che dovrà necessariamente diventare il “cerebro” della mediana viola con immediata autorevolezza. Al bando gli esperimenti insomma… come ripetuto più volte nel corso della stagione, essersi lasciati scappare un giocatore del calibro di Torreira due anni fa, nel corso della grande ricostruzione “post – Sousa” è stato un clamoroso errore che la Fiorentina ha pagato. Passato all’Arsenal per una cifra che la Fiorentina obiettivamente poteva investire, Torreira non ha lasciato in Italia grandi eredi. Sandro Tonali, talento del neo promosso Brescia di Corini, secondo le ultime indiscrezioni pare destinato a rimanere un’altra stagione con i biancazzurri per consolidare la sua esperienza in massima Serie. Certo è che se il giocatore decidesse di provare subito il grande salto, beh, alla Fiorentina sicuramente sarebbe richiesto un importante sforzo economico (che comunque il classe 2000 ha dimostrato di valere….).
Un nome molto caldo nel mercato di Gennaio è stato sicuramente quello del centrocampista del Sassuolo Stefano Sensi, un giocatore entrato a far parte della Nazionale di Roberto Mancini e valorizzato dagli schemi tattici di De Zerbi che nell’ultima stagione lo ha responsabilizzato molto. Su di lui parevano essere piombate Inter e Milan, due squadre ambiziose alla disperata ricerca di un’identità di gioco: non se ne era fatto nulla per ragioni prettamente economiche si disse poiché il Sassuolo dopo la partenza di Boateng non era certo disposto a privarsi di una delle sue punte di diamante.

Una delle carte vincenti della Fiorentina del 2012 fu l’unità di intenti che caratterizzò campagna acquisti, condotta da Daniele Pradè gomito a gomito con Vincenzo Montella: un plus di cui la Fiorentina risentì in modo assolutamente positivo. Conviene pensare ad un deciso ritorno al passato, almeno sotto certi aspetti… Le prove d’appello, del resto, sono finite.