Duccio Cosi è nato a Firenze nel 1997 e proprio con la squadra della sua città ha appena concluso una stagione che lui stesso ha giudicato positiva e importante in chiave futura. Unico rimpianto forse, quella costanza che è mancata, una determinante che avrebbe portato il Club fiorentino a giocarsi l’obiettivo più ambizioso.

Lo intervistiamo a pochi giorni dalla partenza per Madrid, meta della prossimo impegno della Nazionale Seven che aprirà un mese molto impegnativo e che Duccio si augura essere ovviamente pieno di soddisfazioni.

 

Sabato con la vittoria contro Mogliano avete consolidato un sesto posto che sicuramente vi proietta ad una prossima stagione ricca di ambizioni. Che bilancio fai di questo campionato?

Personalmente penso che per noi sia stato un ottimo campionato! Ad inizio stagione c’era molta attesa ma devo dire che la società non ci ha mai messo pressioni, anzi era prevedibile che il gruppo dovesse trovare il suo equilibrio, affinare determinate dinamiche di gioco e trovare la sua identità. Il Campionato di Top 12 è molto duro, i Club sono competitivi e l’esperienza conta molto! Nella prima parte della stagione abbiamo perso un po’ troppi punti, un deficit che ci ha portato troppo distanti dalle prime posizioni: con un po’ più di costanza avremmo avuto ambizioni ancor più importanti. Vittorie come quella ottenuta al “Ruffino Stadium” contro Padova o quella di Rovigo contro un Club così storico, con una squadra così ben strutturata, testimoniano le grandi potenzialità del nostro gruppo

 

Hai appunto ricordato le importanti vittorie contro Rovigo e Padova. Per la vittoria del Campionato, nella lotteria dei play off, in molti danno per favorito Rovigo: posso sapere un tuo pronostico ?

Rovigo è certamente la squadra che ha espresso il miglior rugby. Mantenere i loro ritmi di gioco è piuttosto difficile. Però occhio a sottovalutare Calvisano! Sono un gruppo esperto, abituato a giocarsi tutto negli appuntamenti importanti… di certo ci sarà spettacolo.

Un gruppo, il vostro, spesso elogiato per coesione ed entusiasmo. Insomma uno spogliatoio che è un piacere vivere… La presenza in squadra di giocatori di grande carisma e esperienza come Minto, De Marchi e Giovanchelli oltre che da collante, pensi abbia contribuito in modo importante alla tua crescita di atleta?

Giocatori di quel calibro aiutano una squadra a sviluppare il proprio gioco. Francesco Minto gioca nel mio stesso ruolo, è un giocatore con un’esperienza che non ha bisogno di presentazioni e in veste di giocatore – allenatore ha potuto incidere in modo concreto sulla nostra crescita. Un gruppo unito è determinante per superare le difficoltà, non siamo solo compagni di squadra, siamo amici, amiamo frequentarci anche al di fuori del campo.

 

Un fiorentino che gioca per la squadra della sua città: un orgoglio particolare immagino….

Molto. Il rugby si sta ritagliando uno spazio importante anche in una città come Firenze dove la Fiorentina è parte integrante della vita di tutti, una passione che conosciamo bene visto che giochiamo a 50 metri dall’ ”Artemio Franchi”. E’ bello che i valori di uno sport come il rugby si fondano con il forte senso di appartenenza che è proprio di una città come Firenze: personalmente ne faccio un punto d’orgoglio, un motivo in più per far bene con questa maglia.

 

E passiamo da Firenze alla Nazionale… la maglia Azzurra ti porterà presto all’ennesima esperienza importante!

La prossima settimana partirò con la Nazionale Rugby Seven per Madrid: ci aspetta un periodo che mi auguro sia impegnativo e stimolante come sempre risultano essere questi Tornei. Il mio obiettivo principale è quello di continuare a migliorarmi, la maglia Azzurra è un grande orgoglio, una conquista che voglio onorare al meglio!

E a proposito di Azzurro… il prossimo Settembre l’Italia sarà impegnata nell’attesissimo Mondiale in Giappone. Che Italia ti aspetti di vedere in campo?

Purtroppo il girone dell’Italia è di quelli che non lasciano molto spazio alla speranza… auspico comunque di vedere un’ Italia propositiva e coraggiosa, una squadra che non rinuncia a giocare con fantasia soprattutto la fase offensiva dove ultimamente siamo un po’ mancati. Ogni partita è un’occasione di crescita, stupire sarebbe fantastico!

 

Ti stiamo intervistando proprio alla vigilia di un esame universitario… Il binomio sport – università non è purtroppo molto comune nel professionismo sportivo in Italia così come lo è in America o in Inghilterra. Tu come riesci a coniugare impegni accademici e lavorativi?

Frequento la Facoltà di Scienze Politiche, un impegno che ovviamente non è sempre facile da portare avanti visti gli impegni. Ritengo che la dimensione privata sia importantissima, anche fuori dal campo rimango comunque un grande appassionato di sport, oltre il rugby adoro anche discipline come il basket e il nuoto.

 

 

 

Photo by @ Andrea Martini e social @DuccioCosi