C’è un momento emblematico nella serata disastrosa della Fiorentina contro il Sassuolo ossia il 46′ minuto. Montella richiama in panchina Kevin Mirallas e inserisce in campo Gerson. Il pubblico presente al Franchi dopo un paio di secondi di interdetto silenzio, si scatena in una pioggia di fischi impazzita; un gesto di stizza che stride ancor di più se raffrontato agli applausi di incoraggiamento riservati a Beloko, subentrato a Dabo e soprattutto al suo esordio in Serie A.

A sollevare una certa preoccupazione (per non dire scoramento) a questo punto sono le motivazioni che avranno portato Vincenzo Montella a scegliere il brasiliano come secondo cambio… in un momento in cui la squadra era palesemente in difficoltà il tecnico opta per dare maggior qualità al centrocampo, vedendo il gruppo disunito e inerme. Per quanto possano essere noti i limiti di Gerson è indubbio che tra gli uomini a disposizione per la mediana, sia lui quello con maggiori mezzi per cercare di dare equilibrio e fluidità alla manovra gigliata e difatti anche nella gestione Pioli è stato tra i più impiegati.

Nell’economia della partita Gerson conferma quanto dimostrato fino a questo momento ossia la totale incapacità di esprimere quelle che sono le sue qualità: pressato o in campo aperto il numero 8 viola è un giocatore prevedibile e lento che di certo non solo non può rappresentare il filtro tra centrocampo e attacco ma non può aiutare in alcun modo una squadra che sta annegando.

Un atteggiamento compassato e passivo è a questo punto più pericoloso di un errore tecnico, di una palla persa… C’è bisogno di giocatori che vogliono lottare e correre, il rischio è che si vada verso delle scelte tatticamente illogiche ma è palese che Montella debba rivedere i suoi criteri di organizzazione. Additare Pantaleo Corvino come maggior responsabile del fallimento del progetto Fiorentina come hanno fatto i maggiori giornalisti della pizza toscana e non solo, è quantomeno inevitabile: i giocatori che dovevano prendere per mano la squadra e portarla a fare un considerevole passo avanti non hanno inciso come si sperava, anzi hanno finito col costringere il gruppo ad un inquietante balzo indietro: Gerson e Pjaca, praticamente inesistente, Simeone involuto rispetto alla stagione precedente, Lafont promettente ma ancora un interrogativo. Una scelta ben lontana dal francese che la Fiorentina ingaggiò nel 2005 per rilanciarsi in Europa… Per non parlare delle scelte fatte a prescindere dalla volontà e dagli schemi di Pioli (vedi voce regista…)

Attaccati all’orgoglio di Chiesa, Milenkovic e Pezzella. Abbagliati dal buon avvio di stagione di giocatori che adesso, distratti forse dalle voci del mercato, sembrano aver abbandonato la nave. Montella può aver già maturato delle colpe ma per come lo conosciamo esigerà da sé stesso un riscatto: “Non mi sono pentito nemmeno per un istante di essere tornato…”. L’auspicio è che non sia solo una frase di circostanza ma un pensiero forte delle dovute garanzie.