Andrea De Marchi è uno dei “senatori” dello spogliatoio mediceo e nelle sue parole si sente tutto il peso di quell’esperienza che lo rende per i compagni di squadra un vero e proprio riferimento.

Nato in provincia di Treviso, dopo l’esperienza in Pro D2 francese esordisce nel 2008 con la maglia di Rovigo nella massima serie italiana. Dal 2010 al 2012 veste la maglia degli Aironi per poi passare alla neonata franchigia italiana delle Zebre di cui diventerà una delle colonne portanti. “Anni pieni, non esenti dalle difficoltà ma che sicuramente mi hanno rafforzato a livello umano e professionale” A convincerlo a scegliere Firenze è stata la passione e l’esperienza di Pasquale Presutti, un allenatore che lo ha messo al centro di un progetto che punta in alto!

 

Sabato pomeriggio contro Mogliano l’obiettivo è quello di chiudere la stagione nel migliore dei modi… consolidare il sesto posto e regalare ai tifosi una bella soddisfazione prima delle vacanze!

La nostra intenzione è assolutamente questa. Veniamo da una stagione impegnativa, un campionato fatto di Club ambiziosi dove è necessario mantenere sempre al massimo della condizione mentale e fisica. Nella seconda parte di stagione forse siamo mancati sotto l’aspetto della continuità quindi contro Mogliano non solo vogliamo la vittoria ma penso sia fondamentale dimostrare anche nel gioco che la prestazione contro Lazio è stata soltanto un “incidente di percorso”.

 

Parlando con molti tuoi compagni di squadra si evince come la forza del vostro gruppo sia strettamente connessa all’eterogeneità di un gruppo formato da giovani molto promettenti e rugbisti di grande esperienza come te, Francesco Minto e Lorenzo Giovanchelli. Facendo un passo indietro nella tua carriera come ricordi la tua esperienza a Mont de Marsan?

Un’esperienza bellissima, un’avventura che ho affrontato in un momento della mia vita dove ero aperto a nuove esperienze e dove tutto poteva farmi crescere e maturare ossia subito dopo il diploma. Il mio esordio fu oltretutto piuttosto atipico poiché in un campionato come quello solitamente il ruolo di pilone è affidato a giocatori con maggior esperienza. Con la Promozione nel Campionato di Top 14 ho capito che la concorrenza sarebbe stata maggiore e ho pensato di non essere pronto così ho preferito tornare in Italia per trovare maggior continuità. A distanza di anni non so se rifarei la stessa scelta… Di quella stagione non posso che parlare bene, nel campionato di Pro D2 francese sei un professionista di fatto, i livelli sono molto alti e ovviamente gli stimoli sono importantissimi.

Hai soltanto 30 anni, come ti trovi nei panni di “senatore” all’interno dello spogliatoio?

E’ sempre bello trasmettere qualcosa della propria esperienza e soprattutto farsi trasportare dalla passione. Il rugby è uno sport molto duro, logorante dal punto di vista mentale e soprattutto fisico: le carriere si stanno notevolmente accorciando quindi raggiungere precocemente un certo grado di maturità è necessario.

 

La tua carriera con la maglia delle Zebre non ha bisogno di presentazioni: il primo a tagliare il traguardo delle 100 Caps, festeggiato con una standing ovation a Cardiff.

Ovviamente quelli alle Zebre sono stati gli anni più importanti della mia carriera, determinanti sotto tutti i punti di vista. Sono stati anni pieni, spesso complicati, abbiamo dovuto far fronte a difficoltà che in altri Club sono pura utopia e questo ci ha portato ad essere spesso discontinui e non al massimo. Personalmente sono sempre portato a pensare che si può e si deve migliorare. Le difficoltà certo ci hanno formato, mi hanno dato la possibilità di indossare la maglia Azzurra e vivere momenti indimenticabili come il riconoscimento impagabile che mi è stato tributato a Cardiff.

 

Nel Maggio 2018 l’addio a Parma. Tu stesso sui social e alla stampa hai speso parole di grande affetto nei confronti di una squadra e di un’esperienza sia sportiva che umana che si chiudeva dopo 6 intense stagioni. Un addio arrivato al momento giusto?

Credo di aver dato tutto quello che potevo dare in quelle sei stagioni. Era finito un ciclo, erano già partiti molti giocatori con il cambio di guida tecnica e credo fosse arrivato anche per me il momento di cambiare per trovare nuovi stimoli e sfide. Per un atleta capire certe dinamiche è fondamentale per proseguire su alti livelli la propria carriera, ho lasciato le Zebre con uno stato d’animo tranquillo…

La scelta di Firenze ha sorpreso un po’ tutti a partire dai media di settore che avevano accostato il tuo nome ad altri Club. Come è maturata la tua scelta verso il progetto de I Medicei?

Una volta ufficializzato il mio addio alle Zebre non pensavo di lasciare Parma una città che ormai considero la mia seconda casa. Devo ammettere che la presenza di Mister Presutti a Firenze è stata determinante nel prendere una decisione così importante: lui e la società hanno saputo convincermi dell’ambizione di questo progetto e così la mia scelta si è orientata inaspettatamente ma fortunatamente su I Medicei.

 

Sei nato in provincia di Treviso, hai legato la tua carriera a Parma… due città dove la passione per il rugby è centrale. Firenze è una città che spesso viene definita “calcio-centrica” ma dove l’interesse per la palla ovale è in netta crescita…

Firenze e la Fiorentina sono una cosa sola, è normale che uno sport popolare come il calcio quando è legato ad una squadra così importante sia al centro dell’interesse di una città. Penso che il rugby si stia ritagliando uno spazio ragguardevole, siamo fieri di aver contribuito con i nostri risultati alla crescita di un senso di appartenenza e di un entusiasmo che al “Ruffino Stadium” sono sempre palpabili. Tanti bambini si iscrivono a rugby fin da piccoli coinvolgendo anche le proprie famiglie e creando un senso di comunità che io ritengo sia molto bello!

 

Sabato mentre sarai impegnato nell’ultima sfida della stagione contro Mogliano, andrà in scena un derby che per te sicuramente ha un sapore un po’ speciale ovvero la sfida vedrà di fronte Zebre e Benetton Treviso. Che partita dobbiamo aspettarci?

Credo che sicuramente le motivazioni di Treviso si faranno sentire! Accedere ai play off sarebbe un traguardo storico per una società che da tre anni a questa parte ha intrapreso un percorso di crescita verticale, che con la vittoria di sabato regalerebbe una grande soddisfazione ai suoi tifosi e a tutti gli appassionati della palla ovale. Il movimento rugbistico italiano ha bisogno di alzare l’asticella, di raggiungere traguardi importanti per fare il tanto ambito salo di qualità

Photo by @ Andrea Martini