L’ultima immagine che Josip Ilicic ha lasciato di sé stesso a Firenze lo lega a quel rigore calciato sotto la Curva Fiesole nella gara di ritorno di Europa League contro il Siviglia. Un pallone che si perde alto sopra la traversa e il dileggio di una curva che fino a quel momento aveva sostento strenuamente la squadra.

Pochi minuti dopo furono proprio quelle parole di difesa a Ilicic che aprirono la crepa tra Firenze e Montella. Poco importa se lo sloveno rimase effettivamente a Firenze anche la stagione successiva quando alla guida della squadra vi era Paulo Sousa. Un avvio di stagione folgorante, la squadra di nuovo al centro di un progetto tecnico in grado di scalare la vetta della classifica di Serie A, Ilicic nella posizione migliore per poter esprimere il suo talento. Per Firenze quella corsa svogliata dagli undici metri, quel pallone che si impenna fino a perdersi rimanevano la sintesi perfetta di un calciatore tecnicamente favoloso ma a volte neppure in grado di un semplice gesto tecnico.

Le due caratteristiche sono ben note dai tempi di Palermo: un attaccante mancino che può essere impiegato sia a destra che a sinistra dotato di dribbling e di un tiro piuttosto efficace sia nella forza che nell’effetto. A detta di molti suoi compagni di squadra dell’epoca i suoi allenamenti erano stupefacenti. Elogi e dichiarazioni di stima che gli arrivavano anche quando in campo Ilicic sembrava un robot, imballato e impaurito. Montella capiva e chiedeva di portare pazienza, ribadiva che quel giocatore che proprio non riusciva a suscitare empatia avrebbe potuto rappresentare la fortuna della Fiorentina, la chiave di volta di molte partite.

Molte volte così è stato. Ci sono partite che Ilicic ha vinto praticamente da solo trovando soluzioni geniali mentre i suoi compagni continuavano a battere la testa contro i muri. Si è esaltato accanto a Salah ma possiamo dire che quando era illuminato ha saputo convivere meglio di chiunque altro con tutti i compagni di reparto… ma nei giorni bui? Di fatto Ilicic è un giocatore incapace di stringere i denti, lo ha ammesso anche il suo attuale tecnico Gasperini, di convivere con le normali problematiche di un giocatore di Serie A, di buttare il cuore oltre l’ostacolo. Firenze perdonerebbe qualsiasi errore a Pezzella dopo averlo visto correre come un ossesso praticamente zoppo contro il Napoli. 

Firenze coglie il talento ma non riesce a goderne fino in fondo così come Ilicic arrivato in maglia viola aveva ben compreso l’opportunità che gli era stata data ma dovendo fare i conti con i propri limiti non era riuscito a dimostrare la pienezza delle sue grandi qualità. Purtroppo per la Fiorentina la continuità di Ilicic è arrivata a Bergamo, una piazza che giustamente lo adora ma che deve comunque scontrarsi con i limiti di un giocatore che lunedì sera ha di fatto cambiato la partita dopo aver deciso lui stesso di non partire titolare perché non al 100%.

La Fiorentina dovrà ripensare alla marcatura della gara di andata, soprattutto il primo tempo, riguardare mille volte i filmato e far tutto l’opposto. Dovrà essere umile ma concreta, pragmatica senza volersi inventare niente (che errore Pioli!). Non avere paura di un giocatore che sì, ha moltissime qualità, che sì, vede il calcio in modo raffinato ma dal quale non possiamo permetterci di ricevere lezioni di personalità e coraggio!