Dopo il Real, anche la Juventus deve arrendersi ai ragazzi terribili di Ten Hag. Una vittoria sostanziale sotto tutti i punti di vista per i lancieri.

Se la Juventus ha dimostrato, in svariate occasioni, di essere tra le migliori in Europa a incassare i colpi, rimanendo comunque lucida e pronta a ribaltare la situazione, ieri ha anche evidenziato un deficit tecnico-tattico quasi imbarazzante contro un Ajax devastante.

Se Allegri punta tutto sulla tattica difensiva infatti, Ten Hag insegna semplicemente calcio. Vedere i lancieri impostare la manovra offensiva è davvero un piacere per gli occhi. La tecnica individuale ottima di tutti i suoi componenti assume valori mastodontici se analizzati nel complesso del reparto: gli attaccanti si trovano alla perfezione, trovando spesso spazi quasi inimmaginabili.

Una squadra compatta, unita, che trova la sua forza nel gruppo. Sono infatti l’unione d’intenti e la coesione gli elementi cardine di queste straordinarie vittorie. Analizzando la rosa infatti, solo 3/4 uomini possono realmente essere catalogabili come veri campioni. I singoli però passano in secondo piano, è infatti il gruppo il vero punto di forza, che rende poi possibile l’emergere degli individualismi: individualità che però, in altri contesti e in altre situazioni tecniche, non sarebbero forse emerse.

È la vittoria del calcio vero, del calcio in grado ancora di farci innamorare. È la vittoria sul calcio del mero ragionamento cinico. È la vittoria del coraggio, della spregiudicatezza di chi, con una delle squadre più giovani d’Europa, decide di sfidare a viso aperto prima il Real al Bernabeu e poi la Juventus allo Stadium.

Una stagione da urlo quella dei lancieri: semifinale di Champions e una rimonta ai danni del PSV in campionato a dir poco straordinaria. Una stagione straordinaria nata dalle macerie dello scorso anno. La stagione antecedente all’attuale fu infatti molto complicata per l’Ajax, soprattutto in Europa: oltre al secondo posto in campionato infatti, una eliminazione al terzo turno preliminare di Champions League e un’eliminazione ai play-off di Europa League.

Nessuno ha però smesso di credere nel progetto, nell’ambizione della società. Come detto precedentemente, è questa coesione straordinaria ad aver favorito la realizzazione di questi splendidi risultati. È nei momenti difficili infatti, che la compattezza assume valori davvero determinanti: un solo corpo (tifosi, società e giocatori) diretti verso un unico scopo. L’unione fa la forza, sempre: le spaccature interne portano invece solo al fallimento.

L’Ajax è un’organizzazione perfetta, funzionale e funzionante: anche senza i milioni delle squadre rivali. Il loro modo di fare e di vedere il calcio infatti abbandona quella ideologia politica attuale per cui per vincere sono necessarie campagne acquisti da centinaia di milioni di Euro: la società dell’Ajax punta tutto sulle giovanili, sulla propria cantera, con l’obiettivo di scovare i nuovi talenti capaci di segnare un’epoca.

Tutto questo grazie una rete di scout tra le migliori del mondo, e un allenatore in prima squadra che, dopo svariati anni di gavetta, ha avuto la possibilità di esprimersi nel grande calcio, esplicitando immediatamente idee ed ideologie tattiche rivoluzionarie, oltre ad uno spiccato talento nel gestire i giovani. Organizzazione e programmazione risuonano ridondanti quanto si parla di Ajax, proprio perché sono questi i due concetti alla base di tutti i risultati raggiunti negli ultimi anni. Non è un caso infatti, che tutti i più grandi talenti olandesi siano passati proprio dalla squadra di Amsterdam…

Anche la Fiorentina dovrebbe prendere spunto dall’esempio olandese. L’Ajax è tutto quello che la dirigenza Viola avrebbe voluto realizzare negli ultimi anni (come organizzazione politica ed economica), senza però riuscirci. L’autofinanziamento, la ricerca di una programmazione stabile e di lungo termine: tutti concetti presenti nelle idee della dirigenza Viola, attuati però in modo sicuramente meno funzionale rispetto all’esempio olandese. Una programmazione stabile non si costruisce infatti in qualche giorno: servono anni di lavoro, e dipendenti competenti in ogni ramo interessato. Se lo scouting Viola è tra i più forti in Italia (vedi tutti i nomi esplosi negli ultimi anni provenienti dalla cantera fiorentina), manca un sistema capace di dar spazio e visibilità in prima squadra: manca il coraggio di puntare realmente sui giovani, con i fatti e non con le parole.

Non solo, L’Ajax è una squadra che ha saputo soffrire, rimanendo però compatta. Solo così infatti, attraverso l’Unione di intenti e di obiettivi fra la dirigenza e i tifosi, potranno essere raggiunti nuovamente livelli importanti. È nei momenti complicati, quando tutto sembra ormai distrutto, che si ricostruisce le fondamenta per un nuovo inizio. Se le basi costruite non saranno stabili, tutto il castello sarà instabile, e crollerà nel giro di pochi anni. La squadra va sostenuta, sempre, per poter dire, nei giorni di grande rinascita: “io c’ero, anche quando le cose andavano male”.