Dove non c’è fisicità che si possa compensare con la tecnica. Un credo calcistico di molti allenatori, di Vincenzo Montella sicuramente, considerato che da giocatore l’ “Aeroplanino” doveva contare su doti esclusivamente qualitative per confrontarsi con le rocciose difese degli Anni ’90 e 2000.
Montella nel 2012 cammina sulle macerie di una Fiorentina a pezzi e studia le mosse per ricostruire il futuro: con lui 16 giocatori nuovi, tutti con caratteristiche coerenti a quella che è l’idea di calcio di Montella. Una campagna acquisti condotta gomito a gomito con Daniele Pradè, un plus di cui la Fiorentina risentirà in modo assolutamente positivo.
Montella non vuole una squadra dall’identità italiana ma mira ad un progetto fortemente caratterizzante e riconoscibile: si difende attraverso il possesso palla e si ricerca la verticalità attraverso un’idea di profondità ben organizzata.

La Fiorentina è una squadra avvolgente, dove la velocità di pensiero deve avere più peso di quella fisica.
La fase di possesso palla inizia sempre dai centrali di difesa che sistematicamente provano ad allargare il gioco sfruttando il movimento degli esterni. I centrocampisti incaricati di proporsi in fase di appoggio devono avere ben chiara la mossa successiva da fare. I piedi buoni sono importanti, la visione di gioco di più (che giocatore perfetto David Pizarro!).
Con Jovetic, Ljajic e Diamanti la Fiorentina può contare su giocatori tecnici e fantasiosi, capaci di muoversi bene tra le linee, con Luca Toni e Mario Gomez i viola possono sfruttare cross e lanci lunghi, con Giuseppe Rossi il genio è libero di creare.

Montella non ripone il suo credo in sistemi di gioco ma in idee dove il palleggio e la tecnica sono al centro della manovra così come i suoi allenamenti prediligono il lavoro con la palla e sono così in grado di divertire e ispirare i giocatori. Sui calci piazzati la Fiorentina vive momenti altalenanti: spesso letale su quegli a favore, soffre molto nel difendere la propria area di rigore.
Nel primo caso determinanti sono le capacità dei giocatori viola ad occupare gli spazi, mettere palloni difficili da controllare e applicare gli schermi studiati in allenamento con Vio (che poi passerà in rossonero). Nel secondo caso ovviamente la fisicità di alcuni giocatori gigliati non era d’aiuto nelle marcature che però erano comunque studiate al meglio delle possibilità di una squadra che faceva del raziocinio la sua arma in più.

Si dice che il progetto tecnico di Montella abbia iniziato a scricchiolare quando le ambizioni dell’allenatore hanno iniziato ad essere troppo pressanti, così forti da far venir meno la fiducia con il Club che iniziò a sospettare che l’allenatore stesse già prendendo contatti con altre squadre. In realtà la Fiorentina di Montella ha risentito di quella situazione soprattutto perchè l’ha portata a perdere lucidità, come se la sconfitta con la Juventus in Coppa Italia e con il Siviglia avessero avessero sopraffatto la sua organizzazione ossia la sua forza.
Montella adesso non cammina sulle macerie come in quell’estate 2012, anzi ha giocatore di grande caratura, ma sicuramente ci vorrà pazienza e umiltà per riportare ordine dove ordine non c’è (e non certo dalla sconfitta contro il Frosinone!).