Il mercato invernale di Corvino è stato caratterizzato da un timido, ma pur sempre interessante, tentativo di programmazione. Un vero e proprio ‘esperimento’ in casa Viola, dato che il club di Viale Fanti non aveva mai attuato questo tipo di politica societaria.

Il gruzzoletto speso da Corvino è sicuramente di rilievo: ben 19 milioni per l’acquisizione a titolo definitivo di Rasmussen e Traorè. Una cifra considerevole, soprattutto considerando l’autofinanziamento in vigore da ormai diversi anni.

Come sappiamo, Rasmussen e Traorè sono rimasti ad Empoli anche dopo la conclusione dell’affare: si uniranno alla rosa Viola solo dopo la conclusione della stagione. Il motivo dietro questa scelta è semplice: l’Empoli aveva ed ha tuttora bisogno dei due giocatori per ottenere la salvezza, mentre la Viola ha trovato conveniente far continuare il loro processo di crescita all’ombra del Castellani.

Inizialmente, il doppio acquisto sembrava un ottimo affare: i due giocatori erano infatti titolari inamovibili nelle gerarchie di Iachini, e le loro prestazioni confermavano le ottime voci.

Nel giro di una partita però, tutto è cambiato. Ad inizio febbraio infatti, nella sfida salvezza tra Chievo e Empoli, Traorè e Rasmussen risultarono tra i peggiori in campo, col difensore danese autore di un pasticcio di dimensioni mastodontiche. Dopo la brutta prestazione, entrambi persero il posto nell’XI titolare: solo tanta panchina e pochissime chances. Per Rasmussen 0’ in campo nelle successive 5 partite, solo 26’ per Traorè: Iachini aveva ormai perso la fiducia.

Il discorso però, con il ritorno di Andreazzoli sulla panchina degli azzurri, è nuovamente cambiato.

Se Rasmussen continua a non trovare spazio, Traorè è invece tornato ai suoi ottimi livelli, mettendo nuovamente in mostra le qualità che avevano spinto Corvino ad investire ben 12 milioni più bonus a gennaio.

Col Frosinone è risultato infatti tra i migliori in campo: la fiducia di Andreazzoli lo ha galvanizzato, ed i risultati si sono visti sul terreno di gioco. Nonostante il tecnico lo avesse spostato qualche metro indietro rispetto al solito, diminuendo così il suo raggio d’azione in zona offensiva, il centrocampista ivoriano è riuscito a contribuire in modo importante all’impostazione di gioco, trovando anche svariate verticalizzazioni per la velocità di Caputo.

Anche contro la Juventus la prestazione è da applausi. Nel primo tempo risulta infatti semplicemente devastante, riuscendo a sovrastare con grinta e tenacia un giocatore del calibro di Matuidi. Una prova sicura, che evidenzia una personalità già ben marcata.

 

 

Photo by Andrea Martini, Paolo Giuliani.