C’è stato un tempo in cui il centrocampo del Torino era affidato all’entusiasmo giovane e sorprendente della coppia formata da Baselli e Benassi, un binomio che per Ventura si rivelò assolutamente azzeccato poichè permetteva ai due giocatori di completarsi. Il “futuro” del nuovo ciclo granata si disse, pensando per altro al grande attaccamento alla maglia che i due ragazzi palesarono fin da subito: insomma, se giocatori del calibro di Immobile e Cerci avevano inaugurato una nuova stagione fatta di nuove ambizioni, abbandonando però il progetto dopo i primi successi, Baselli e Benassi parevano aver trovato la realtà ideale in cui esprimersi.

Per Giampiero Ventura il suo “giovane” Toro doveva prendersi il tempo di crescere, anche di sbagliare, poiché quando ai giocatori vengono date grandi responsabilità queste non devono rappresentare delle zavorre: Benassi e Baselli erano quindi messi nella condizione ideale per esprimersi, in primis potevano contare sulla continuità, venendo impiegati praticamente a pieno regime. Marco Benassi era stato riscattato nel 2015 dall’Inter per 3,5 milioni di euro: il club nerazzurro probabilmente non era rimasto convinto delle prestazioni del centrocampista, passato al Toro nell’estate 2014  come contropartita tecnica dell’affare che aveva portato a Milano Danilo D’Ambrosio. Baselli era stato invece insieme a Zappacosta una sorpresa piuttosto onerosa (e vinta) del Torino che per assicurarsi i due giocatori si era sbilanciato in un investimento piuttosto importante: nato a Maserio e cresciuto calcisticamente nell’Atalanta, il centrocampista classe 1992, si mette ben presto in mostra per le sue capacità di risultare un giocatore sia elegante sia di grande sostanza.

Il terremoto tattico arriva durante la gestione Mihajlovic che in un primo momento sceglie la continuità con il lavoro svolto da Ventura, poi tentando di dare nuovi equilibri ai suoi adotta un nuovo sistema che mette inaspettatamente ai margini Benassi al quale il tecnico aveva anche affidato la fascia di Capitano. Benassi è una mezz’ala dinamica, capace di esprimersi al meglio quando può avventurarsi in sovrapposizioni e inserimenti che ne esaltano anche il suo ottimo senso del goal. A differenza di Baselli, Marco non si adatta al passaggio dal 4-3-3 al 4-2-3-1, diventando sempre più discontinuo. Qualcosa scricchiola in casa granata e il primo ad accorgersene è proprio il giocatore che nell’estate 2017 dopo un confronto con il proprio allenatore decide di prendere una decisione dolorosa ma inappellabile. Partire.

“Mi è stato detto che sarei partito tra le terze-quarte linee e ho capito che avrei dovuto trovare un’altra squadra”: Tra le qualità umane che si devono riconoscere a Sinisa Mihajlovic sicuramente c’è l’essere diretti. Nessuno dei due perde tempo, Benassi passa per 10 milioni di euro alla Fiorentina e Miha prosegue nel suo progetto tattico fino al momento dell’esonero. Nel centrocampo di Mazzarri, Baselli è l’interprete ideale del ruolo di mezz’ala: preciso nei passaggi con i quali è capace di allargare il gioco, pulito nella gestione del pallone e niente male negli inserimenti, Baselli potrebbe giocare da regista secondo il suo allenatore ma è un cambiamento che Mazzarri ha deciso di posticipare poichè sa bene che per valorizzare le sue doti deve liberarlo da alcuni oneri difensivi.

Nel 3-4-2-1 disegnato in questa stagione, Baselli è una sorta di trequartista che parte da sinistra. Quel che Mazzarri lamenta a volte è proprio la mancanza di un giocatore complementare a Baselli, una centrocampista in grado di dare dinamismo nelle due fasi, fare da filtro tra la mediana e l’attacco… insomma pare proprio che Benassi a Torino sia stato rimpianto fin da subito.