Analizzando l’esperienza in viola di Nereo Rocco sulla panchina della Fiorentina per quasi l’intera stagione 1974/75, abbiamo notato quante fossero le analogie con quella che è l’attuale stagione della squadra di Pioli. Quella del Paròn era una squadra giovane, costruita sapientemente su intuizioni a volte riuscite, altre meno, per la quale tifosi e società speravano in un destino glorioso come era stato quello della Fiorentina yè-yè del secondo Scudetto.

Quella Fiorentina che nelle prime giornate convinceva nell’atteggiamento e nei risultati finì per ritrovarsi impantanata in risultati deludenti, in prestazioni che il talento senza malizia di quella giovanissima squadra non riuscivano a cambiare: l’acquisto più atteso di quell’anno fu Walter Speggiorin, celebrato da tutti come “il nuovo Gigi Riva”. Un paragone pesante per un attaccante che  fondamentalmente palesò subito un grande problema: non segnare. Speggiorin non trascinò mai la squadra a suon di goal così come Marko Pjaca non ha dato praticamente niente alla squadra di Pioli che da lui si aspettava un guizzo di classe e talento.

Questa Fiorentina come quella di allora ha pagato l’inesperienza tattica di un gruppo ingenuo anche nelle partite dove ha tenuto in mano il pallino del gioco, quando attaccava tanto e sprecava ancor di più. Una Fiorentina che nella Coppa Italia vede le sue speranze di rivalsa e di riscatto, la sua strada per l’Europa. Oggi come all’ora il percorso è accidentato, nel 1975 la Fiorentina per accedere alla finale superò un girone molto difficile fatto di squadre esperte tra le quali c’erano anche… Torino e Roma!

 

 

 

Photo by @AndreaMartini e @Wikipedia