France Football nella sua classifica appena pubblicata dove si citano i 50 allenatori più determinanti della storia del calcio ha inserito al diciassettesimo posto Nereo Rocco, “El Paron” storica guida del Milan che tornò vincente in Europa.

La sua carriera anche se per pochissimo si lega ai colori viola, bisogna tornare indietro alla stagione 1974/75 quando una Fiorentina giovane e talentuosa si affacciava ad un campionato nel quale non voleva nascondersi, anzi voleva stupire. Come la squadra del 1969 che dopo tante cessioni importanti fece il miracolo, che proprio a Torino festeggiò l’ultima gioia tricolore: la volontà è quella coltivare una politica coraggiosa dove non si ha paura di lanciare in massima Serie i migliori, un nome a caso Giancarlo Antognoni. Una linea verde che unita alla grande esperienza di Nero Rocco in panchina poteva magari creare il giusto mix, un approccio che sicuramente fa sognare la piazza visto che nella prima parte della stagione la squadra sembra spinta da un magico vento.

Purtroppo tra i peccati della gioventù c’è inevitabilmente l’inesperienza: la Fiorentina a volte non è brava a gestire alcuni momenti complicati, viene fermata dai troppi pareggi ed esce sconfitta da partite che avrebbe dovuto vincere. L’acquisto più atteso di quell’anno è Walter Speggiorin, celebrato da tutti come “il nuovo Gigi Riva”: è un paragone che pesa, così come pesa l’investimento che il Club viola ha fatto su di lui. L’attaccante ha fondamentalmente un solo problema: non segna. Non trascina i suoi a suon di goal e Rocco ha un intuizione, trasformarlo in un terzino.

Il giocatore mugugna, la piazza sorride e forse è quello il momento in cui “El Paron” capisce che Firenze forse era il progetto giusto arrivato nel momento sbagliato della storia di entrambi. E così decide di lasciare.

La Fiorentina chiuderà il Campionato classificandosi ottava ma regalandosi una grande gioia ossia la vittoria di Coppa Italia vincendo la finale contro il Milan per 3-2: sulla panchina viola Mario Mazzoni, storico personaggio dal cuore viola, un “eterno secondo” che si dicesse fosse già coadiuvato da Carlo Mazzone, quella sera seduto in tribuna, il quale l’anno successivo avrebbe preso le redini della squadra.

Una piccola curiosità sui due tecnici: fino a quel momento il record di presenze sulle panchine di Serie A era di  Nereo Rocco, un primato che fu battuto proprio da Carlo Mazzone, colui che ancora lo detiene.

Una storia che fino ad un certo punto sembra una strana macchina del tempo, una storia che ci ricorda proprio questo campionato e che, esonero del tecnico a parte, ci auguriamo di poter ripetere: la Fiorentina che nelle prime giornate convinceva nell’atteggiamento e nel gioco non ha mai trovato il contributo della grande promessa della sessione di calciomercato estiva, Marko Pjaca, ha pagato l’inesperienza tattica di un gruppo ingenuo anche nelle partite dove ha tenuto in mano il pallino del gioco, quando attaccava tanto e sprecava ancor di più. Una Fiorentina che nella Coppa Italia vede le sue speranze di rivalsa e di riscatto, la sua strada per l’Europa. Oggi come all’ora il percorso è accidentato, nel 1975 la Fiorentina per accedere alla finale superò un girone molto difficile fatto di squadre esperte tra le quali c’erano anche… Torino e Roma!