Un inciampo imprevisto quello dei toscani a Viadana, una sconfitta dalla quale però si può e si deve imparare tanto: Sport Fiorentina ha parlato di questo e di molto altro nell’intervista realizzata con il flanker de I Medicei, Michele Boccardo. Dal 2016 a Firenze Boccardo ha conquistato con la squadra di Presutti e Basson il campionato di Serie A, accedendo alla Top 12 e sogna con il suo gruppo nuovi obiettivi sempre più importanti da conquistare insieme.

  • La sconfitta di Viadana è maturata in modo particolare… dopo una grande prima frazione, un secondo tempo difficilissimo e un finale amaro. Cosa non è andato nelle dinamiche di squadra?

Viadana è una squadra temibile da affrontare in trasferta, sono stati bravi ad approfittare delle nostre difficoltà: siamo stati terribilmente indisciplinati e con questo atteggiamento abbiamo rinunciato a condurre la partita. I calci di punizione che abbiamo concesso sono stati tantissimi, errori determinanti considerato il valore dell’avversaria. Comunque è da partite come questa che dobbiamo imparare molto: la concentrazione va sempre mantenuta a livelli altissimi, questo consente di portare a casa il risultato quando magari viene meno la prestanza fisica.

  • Nel 2016 il tuo arrivo a Firenze: che bilancio fai della tua esperienza fino a questo momento?

Un ottimo bilancio: sono arrivato nella stagione in cui abbiamo conquistato la promozione dalla Serie A alla Top 12, un traguardo che per me e i miei compagni rappresenta un grande orgoglio. Abbiamo un grande gruppo, siamo molto uniti e devo dire che mi sono sempre sentito supportato anche dalla società che ha messo il rugby al centro di un progetto importante.

  • Sei nato in una città, Padova, dove il rugby è importantissimo: quali sono stati i tuoi esordi con la palla ovale?

Ero molto piccolo quando mi sono avvicinato al rugby, uno sport che fino ad una certa età ho affiancato al nuoto. A Padova ci sono molte società giovanili che si occupano di rugby, io mi sono legato al Cus Padova, un club ovviamente meno noto del Petrarca ma con una passione molto radicata e una tradizione che viene portata avanti con grande professionalità.

  • A Firenze è il calcio lo sport costantemente sotto le luci dei riflettori ma l’avventura de I Medicei ha attirato l’interesse di moltissimi appassionati di sport: parlando con i tuoi compagni di squadra molti di loro si sono detti stupiti del grande entusiasmo attorno alla squadra.

Sinceramente quando sono arrivato qui non me lo aspettavo nemmeno io, è stata una bella sorpresa: il rugby è uno sport con numeri diversi rispetto al calcio ma il senso di appartenenza è fortissimo. Questo inorgoglisce noi giocatori e ovviamente ci spinge a guardare lontano.

  • Nella tua carriera esperienze come quelle vissute nelle Accademie Federali e nelle Nazionali giovanili sono state sicuramente formative sia sotto il punto di vista umano che sportivo. Che ricordo hai di quegli anni?

Esperienze belle quanto importanti: lavorare in determinanti ambienti è una grande scuola di vita e di rugby, alternavamo studio e allenamento, io e i miei compagni eravamo motivati a fare bene in entrambi gli ambiti e soprattutto siamo riusciti a crearci una nostra indipendenza. Insomma una serie di responsabilità che non è comune vivere in adolescenza. Il gruppo, lo spogliatoio per un atleta è sempre fondamentale, in un momento così importante per la formazione di una persona, ancora di più.

  • Minto, Basson, Giovanchelli per fare alcuni nomi. Insomma in un gruppo anagraficamente molto giovane sono stati sapientemente inseriti elementi di grande esperienza che possono portare ad un salto di qualità importante. Siete pronti ad un finale di stagione all’altezza delle aspettative?

Il nostro lavoro è orientato a trovare continuità di risultati e di prestazioni: siamo un giusto mix, un gruppo costruito in modo non improvvisato, un progetto ambizioso che è orientato al futuro. Vogliamo dimenticare l’ultimo passo falso e dimostrare sul campo il nostro valore

  • Chiudiamo parlando del tuo ruolo, una terza linea che come hai dichiarato tu stesso al tuo arrivo a Firenze, è in grado di esprimersi al meglio nel gioco aperto e nel sostegno. Pensi di essere un giocatore più completo, di aver proseguito in modo concreto nel tuo processo di crescita?

Assolutamente si: quotidianamente impostiamo il lavoro di squadra affinchè ogni giocatore possa sviluppare e migliorare le sue capacità tecniche, fisiche e soprattutto la capacità di adattarsi.