Il futuro di Federico Chiesa non può che essere in bilico. Le certezze sono assenti, ma adesso non è il momento di parlare del contratto.

I grandi talenti, con la proprietà Della Valle, dopo l’esplosione in maglia gigliata hanno sempre salutato il Franchi. I motivi sono svariati: necessità di adeguamento contrattuale, bisogno di cambiare aria, voglia di nuove sfide e infine il sogno di rincorrere la coppa dalle grandi orecchie. Anche gli esempi da poter menzionare sono tanti: da Jovetic a Cuadrado, da Montolivo fino a Luca Toni. Adii importanti, talenti che in quel momento rappresentavano la squadra a livello nazionale ed internazionale. Talenti che non furono poi sostituiti con calciatori di pari livello.

Parlare di Chiesa allo stesso modo è però sbagliato e soprattutto può essere fuorviante. La Fiorentina vuole crescere nuovamente, tornare ad alti livelli: lo testimoniano i passi definitivi fatti per lo Stadio. Ma oltre a questo, ci sono tantissimi altri fattori da considerare.

Chiesa sa di dover crescere, di dover raggiungere ancora lo status di campione, uno status raggiungibile solo attraverso il sacrificio e il lavoro. Da questo punto di vista anche il padre sostiene la stessa ipotesi: Federico deve migliorarsi ancora sotto svariati aspetti, e quale piazza migliore di Firenze?

Il grande passo potrebbe rappresentare un grande errore. Le grandi big europee hanno infatti giocatori di altissimo livello nel suo ruolo (Manchester City, United, Chelsea, Bayern) e il trasferimento in questa estate potrebbe trasformare il sogno in un incubo: tanta panchina e l’impossibilità di completare un processo di crescita ancora solo agli albori.

Tale ‘salto’ negli anni è stato spesso troppo affrettato, ed ha portato ad un consistente peggioramento di rendimento in tanti giovani talenti ex Viola. Jovetic si trasferì a Manchester, sponda City, e dopo pochissime possibilità, tanti infortuni e tanta panchina, l’unica opzione a sua disposizione fu proprio quella di tornare in Italia. Anche Cuadrado fu costretto a tornare in Italia, dopo un’esperienza massacrante al Chelsea, durata solo pochi mesi. Stesso discorso per Nastasic, il quale, come Cuadrado e Jovetic, provò a raggiungere i propri sogni in Premier League. Nei suoi 3 anni di Manchester però l’unico ricordo realmente tangibile per il difensore serbo è la panchina dell’Etihad Stadium.

Bisogna considerare anche altri due aspetti fondamentali sia per il futuro della squadra che per il futuro del talentuoso figlio d’arte:

1. Il raggiungimento dell’obiettivo Europa
2. Il “progetto”

Il suo futuro è ovviamente condizionato dalla corsa europea. Chiesa è tra i migliori prospetti a livello internazionale, e proprio per questo ha necessità urgente di macinare esperienza a livello europeo. L’esordio in Europa League con Sousa è solo un timido ricordo: ora Chiesa ha bisogno di calcare i più grandi stadi europei da assoluto protagonista, non più da gregario dalle buone prospettive come nella stagione 2016/17.

Anche Il “progetto” avrà un peso specifico importante. La parola ‘progetto’ è ormai divenuta fastidiosa e ostica a Firenze, forse perché è la più strumentalizzata degli ultimi 15 anni nell’ambito calcistico. Con il progetto Stadio che entra realmente nel vivo però, tutto può cambiare. Con uno Stadio di proprietà infatti, anche se i costi iniziali saranno certamente elevati, per la dirigenza Viola ci saranno successivamente lucri interessanti, soprattutto se i piani congegnati negli anni attorno al progetto prenderanno corpo. Con lo Stadio il termine “progetto” può assumere finalmente valori reali e concreti.

Rimaniamo però nel presente. In queste ultime settimane si parla di rinnovo, di possibili offerte dall’estero e dalla Juventus di Paratici. In questo momento della stagione però, nulla può essere più sbagliato: la squadra ha bisogno di unità e di compattezza, adesso più che mai. L’ambiente non può e non deve essere destabilizzato in alcun modo: vietato creare casi alla Icardi!

È sbagliato parlarne anche perché il contratto c’è, ed è in scadenza nel lontano giugno 2022, e perché il ritocco d’ingaggio arriverà, ma non è questo il momento in cui trattare, rischiando di mettere a repentaglio i fragili meccanismi che regolano lo spogliatoio.

I prossimi mesi saranno pesantemente decisivi.

Firenze raggiungerà l’Europa? Su questa domanda tanti destini rimangono in bilico: il popolo aspetta, con il desiderio di tornare finalmente a sognare.

 

 

 

 

Photo by Andrea Martini, Paolo Giuliani