Le parole “speranze zero” e “ricerche inutili” ormai risuonano come la più tremenda delle sentenze. Quando un aereo scompare dai radar purtroppo la peggiore delle ipotesi è subito quella più accreditata: lo scandagliamento delle zone sorvolate dal piper sparito lunedì sera continuano senza sosta sulle coste nelle vicinanze di Jersey dove la polizia di Guernsey spera ovviamente che il velivolo possa essere atterrato in emergenza, lasciando i passeggeri, Emiliano Sala e David Ibbotson, nell’impossibilità di richiedere aiuto.

Un’altra ipotesi è quella dell’ammaraggio: c’è la certezza che a bordo del piper vi fosse una scialuppa gonfiabile che però ovviamente non ha molti giorni di autonomia, soprattutto se soggetta alle forti correnti della Manica. L’ipotesi peggiore è ovviamente quella che vede l’aereo distruttosi a contatto con l’acqua e trasformato in una trappola mortale per i due uomini che non avrebbero così avuto scampo. Sala si trovava su quel volo privato per raggiungere Cardiff, città dove avrebbe dovuto trasferirsi dopo il suo passaggio al Cardiff City che lo aveva appena acquistato dal Nantes: purtroppo il trasferimento da Nantes utilizzando voli di linea è piuttosto lungo poiché il giocatore avrebbe dovuto raggiungere Parigi in treno, volare su Londra e arrivare il Galles in auto. Così l’argentino avrebbe scelto un volo privato, una soluzione più rapida che gli avrebbe permesso di aggregarsi più velocemente al nuovo gruppo.

Di quel viaggio adesso si sa soltanto che a bordo mancava il secondo pilata e che, stando ad un sms inviato ad un amico, Sala poco dopo il decollo era terrorizzato dalle turbolenze e dalle dubbie condizioni del mezzo. Il mondo del calcio continua a pregare per lui e per David Ibbotson, per tenere accesa una flebile speranza tutti hanno bisogno di attaccarsi.

 

 

Photo by @EmilianoSalaOfficial