La Fiorentina ha ufficializzato l’acquisto a titolo definitivo del talento ivoriano. Ecco la storia e le caratteristiche principali del nuovo arrivo in casa gigliata.

Hamed Junior Traorè è un nuovo giocatore della Fiorentina, è ufficiale. Il classe 2000 rimarrà ad Empoli per terminare la stagione, il suo approdo all’ombra di Firenze è infatti previsto soltanto per il 30 giugno. Con la nuova acquisizione sembra chiara la filosofia gestionale intrapresa dalla dirigenza gigliata: puntare sui giovani, con l’intento di confermarsi nuovamente fra le squadre più giovani a livello europeo. L’accordo fra i due club è stato raggiunto su una base di 13 milioni, con una possibile percentuale a favore dell’Empoli in caso di rivendita futura.

Traorè festeggierà il suo diciannovesimo compleanno tra un mese, il 16 febbraio. Si può capire immediatamente quindi il motivo per cui è additato dagli addetti ai lavori come un “talento precoce”. Hamed Traorè è infatti il primo “millenial” della storia dell’Empoli ad esordire in prima squadra, e non solo: il centrocampista ivoriano è anche il giocatore più giovane ad aver esordito in Serie A in questa stagione, con appena 18 anni e 6 mesi. Tra i giovani talenti che hanno esordito nella massima serie in questo campionato, è il giocatore ad aver raggiunto maggior continuità grazie alle 16 presenze totalizzate, a dispetto delle 14 di Kluivert e alle 4 di Vlahovic.

LA SUA STORIA
Traorè nasce in Costa D’Avorio il 16 febbraio 2000. Dopo qualche anno, vissuto nella sua nazione natale, si trasferisce assieme ai suoi familiari in Italia, più precisamente a Barco, una piccola frazione a 10 km da Reggio Emilia. In questa piccola cittadina nel comune di Bibbiano inizia a coltivare la passione per il calcio, aiutato dal padre, ex istruttore di calcio in un’accademia in Costa D’Avorio. La sua prima esperienza è proprio con la squadra della località: il Boca Barco. Dai primi momenti inizia ad attirare l’attenzione delle migliori squadre italiane, tra cui Atalanta e Milan. Alla fine però la spunta l’Empoli, da sempre esperta nello scovare nuovi talenti, e lo porta all’ombra del Castellani. Al suo arrivo in toscana nel 2015 viene subito aggregato agli Allievi. Nel 2017, dopo esser diventato uno dei punti cardine della primavera empolese, ha una chance enorme per mettere in vetrina tutto il suo talento: il Torneo di Viareggio. Nella sua prima partecipazione al prestigioso torneo giovanile trascina l’Empoli fino alla finale, persa ai rigori contro il Sassuolo. Lui viene però premiato come miglior giocatore del torneo: impossibile non menzionare l’entusiasmante prestazione offerta nella sfida contro il Bruges in semifinale. Dopo aver realizzato 14 gol e 15 assist con la primavera, arriva il tanto sognato salto in prima squadra, tra i grandi. La sua gara di debutto è in Serie B, col Foggia, l’8 ottobre 2017: con soli 17 anni e 7 mesi è il primo giocatore empolese nato nel secondo millennio a debuttare in prima squadra. Dopo 10 apparizioni totali nel campionato cadetto, arriva la promozione in A della squadra toscana. Il suo debutto nella massima serie arriva il 26 agosto 2018, entrando al posto di Zajc all’85’. Anche in questa stagione parte inizialmente come seconda scelta, disputando solo 14 minuti nelle prime 5 gare di campionato. Con grande qualità, e soprattutto con impegno e sacrificio, conquista la prima maglia da titolare nella gara interna contro il Milan di Gattuso: da quel giorno diventa praticamente insostituibile prima per Andreazzoli, e poi per Iachini. Il tecnico ex Viola, dal suo arrivo ad Empoli, non ha mai fatto a meno del talento ivoriano.

LE SUE CARATTERISTICHE TECNICHE
Traorè nasce come trequartista: è infatti il ruolo in cui ha disputato, da assoluto protagonista, il Torneo di Viareggio. Col crescere delle sue esperienze però, sta arretrando il suo raggio d’azione, trasformandosi in mezz’ala e persino in regista. Nel 3-5-2 disegnato da Mister Iachini riesce infatti a ricopre alla perfezione sia il ruolo di mezz’ala sinistra che quello di regista, grazie ad un’ottima tecnica di base e ad un’interessante visione di gioco. Le sue qualità non finiscono qui: il centrocampista ivoriano ha anche un eccezionale predisposizione al dribbling, sia negli spazi stretti che larghi. Questo particolare talento gli è valso il paragone importante con Wesley Sneijder. Nonostante una giovanissima età, ha già esposto un’intelligenza tattica davvero interessante. Nelle sue 16 apparizioni stagionali con la maglia empolese ha completato con successo il 78,8% di passaggi, di cui più di un terzo verso la metà campo avversaria: non è il classico centrocampista che si limita al ‘compitino’. Un’altra caratteristica da evidenziare è la speciale dote di saper calciare indifferentemente di destro e di sinistro, dote spesso fondamentale per la riuscita di un centrocampista completo. Nell’idea di Corvino potrebbe anche rappresentare il tanto ricercato vertice basso di centrocampo, vista anche l’ottima percentuale di contrasti vinti: 61.5%. Ovviamente si sprecano i paragoni importanti: oltre a Sneijder, anche Nainggolan, Pogba e infine Seedorf.

 

 

Photo by Andrea Martini; Paolo Giuliani