Quella di oggi è un’intervista ad uno dei giocatori con maggior esperienza de I Medicei. Cristian Cerioni, primo centro e attualmente Capitano della squadra in attesa del recupero di Maran, per un periodo della sua vita ha anche pensato che la sua storia con il rugby fosse finita ,salvo poi tornare con più voglia di prima. L’esperienza con I Medicei, intrapresa prima di tutto per tornare a divertirsi con la palla ovale, adesso lo spinge a guardare lontano per regalarsi tante altre soddisfazioni. Dopo quella pausa Cristian sa bene che il momento in cui smetterà con il rugby è ancora molto lontano!


– Uno sport che conta sempre più appassionati tra i giovanissimi e che tra poco prenderà il centro della scena con l’inizio del Sei Nazioni. Quali sono i tuoi primi ricordi nel rugby?
C’è da dire che in molti ricordi della mia infanzia il rugby è presente: amavo seguire mio padre, ex rugbista in forza al Milan Rugby, cercavo di essere presente anche a tutte le trasferte perchè mi divertivano e mi emozionavano. Ero la “mascotte del gruppo”! Tra i ricordi più belli non posso non citare la finale scudetto del 1996 vinta a Rovigo dal Milan contro la Benetton Treviso: una sensazione di gioia che conservo ancora nitida nonostante sia passato così tanto tempo!

Parlando della tua carriera ci sono state molte soddisfazioni importanti fin da giovanissimo come lo scudetto Under 18 a Calvisano. Ti va di raccontarci di più di quegli anni di “passaggio”, forse i più importanti nella vita di un atleta che aspira al professionismo?
Ho avuto la possibilità di fare un’esperienza lontano da casa relativamente molto presto entrando a far parte dell’Accademia del Club Calvisano: un ambiente del genere ti stimola e ti fa crescere molto sotto ogni punto di vista, dandoti l’opportunità di lavorare con tecnici preparati e compagni di squadra fortissimi. E’ proprio a Calvisano che ho conosciuto Palazzani, un amico, oltre che ad un ottimo rugbysta. Proprio a Firenze con Calvisano riuscimmo a vincere lo scudetto Under 18, una gioia che ho rivissuto a Mogliano alcuni anni dopo quando festeggiammo con i Seniores la vittoria del titolo.

 

Tra poco inizierà appunto il Sei Nazioni 2019: quali sono i tuoi ricordi più belli nelle selezioni Nazionali giovanili?I miei ricordi con l’Under 20 Azzurra sono bellissimi ma allo stesso tempo molto amari. Mister Cavinato mi dette l’opportunità di esordire in una partita in cui affrontavamo un’avversaria molto importante, la Francia, e questa è sicuramente il primo ricordo che ho pensando alla Nazionale. Purtroppo dopo essere stato inserito nella lista dei 30 per la convocazione ai Mondiali Under 20, poco prima di partire per il ritiro, mi sono fratturato in partita il perone e questo ovviamente mi ha precluso una grandissima opportunità.

 

Le tue caratteristiche tecniche fanno di te un giocatore decisamente poliedrico: arrivato a Firenze come utility back puoi giocare estremo o apertura ma al tuo arrivo a Firenze hai dichiarato di sentirti un primo centro: hai ancora questa visione del tuo ruolo?
Sono stato schierato estremo in Under 20 soltanto per necessità tattiche mentre per quel che concerne il ruolo di apertura credo sarà un opzione che prenderò in considerazione nell’ultima parte della mia carriera. Ovviamente si, mi sento un primo centro, è il ruolo che a mio avviso mi valorizza di più e nel quale posso rendere al meglio!

 

Prima di Firenze avevi temporaneamente interrotto la tua attività di professionista per dare la precedenza al lavoro nella sua azienda di famiglia. Il progetto de I Medicei ha saputo darti nuovi stimoli e, a distanza di quasi 2 anni, la tua intuizione si è rivelata giusta, non credi?
Quello dello stop lo giudico come periodo importante perchè mi ha dato modo di rivalutare molte cose, prima su tutte il mio attaccamento al rugby. Pensavo davvero di aver chiuso per sempre, poi ovviamente dopo 3 mesi non ce la facevo più… In quel periodo Pasquale mi ha sempre “coccolato” e fatto sentire la sua vicinanza: il progetto de I Medicei mi ha convinto, sapevo che qui sarei potuto tornare non solo a giocare a rugby per un obiettivo importante ma soprattutto per divertirmi. In un anno abbiamo conquistato il campionato di Eccellenza, adesso viene il bello!

Lo scorso 22 Dicembre I Medicei hanno sconfitto la capolista Petrarca Padova. Una partita dura giocata su un campo piuttosto difficile considerata la pioggia dei giorni precedenti: vorrei un tuo commento su questa gara, un successo che dà sicuramente maggiore consapevolezza al gruppo…
Ho giocato a Padova 2 anni, conosco l’ambiente e sapevo bene quanto in un Club del genere nessuna partita è sottovalutata. In queste partite ho il grande onore di ricoprire il ruolo di capitano poiché attualmente Maran è infortunato, quindi prima della partita negli spogliatoi ho detto ai miei compagni che era una partita difficilissima ma non impossibile. Certo loro lottavano per mantenere la testa della classifica ma le nostre motivazioni non erano da meno! E soprattutto in avvio di partita si è visto, direi!

 

Contro Mogliano non sarà una gara semplice… Come la vivi da ex?
Con grande emozione e allo stesso tempo con grande carica! Non vedo l’ora di entrare in campo. Considero quella società un po’ come casa mia, sono stato benissimo quegli anni!Inoltre questa è una partita che sento doppiamente anche perchè la mia fidanzata è originaria proprio di Mogliano! Comunque mi aspetto una partita in cui tutto il gruppo entrerà in campo con l’atteggiamento giusto, nessuna paura ma soltanto voglia di farci sentire e dimostrare chi siamo.

 

Anche perchè una vittoria a Mogliano aprirebbe ad 2019 ricco di aspettative!
Certamente! Siamo un gruppo giovane ma potremmo alzare l’asticella delle nostre ambizioni e trovare nuovi stimoli per migliorarci sempre di più.

 

 

 

Photo by @AndreaMartini