Dopo gli Anni ’70 le rose delle squadre di Serie A erano decisamente limitate soprattutto se si considera il divieto di acquistare giocatori al di fuori del nostro Paese. Il livello tecnico era di gran lunga inferiore e in maglia viola a contendersi il posto da titolare vi erano giocatori del calibro di Desolati, Saltutti, Bresciani, Venturini oltre ad alcuni giovani promettenti dei vivaio gigliato che ovviamente trovavano più spazio rispetto ad adesso.
Negli Anno ’80 con l’inizio della Presidenza Pontello la Fiorentina della stagione 1981-82 aveva come centravanti Graziani e Monelli, ossia il prototipo di una coppia formata da un attaccante esperto, con tante partite disputate sia in Serie A che in Nazionale ed un giovane molto promettente, arrivato assieme a Massaro dal Monza.
Il dualismo fu decisamente relativo e la stagione successiva Monelli fu mandato in prestito all’Ascoli per una stagione in cui il giocatore avrebbe potuto trovare più spazio e fare maggiore esperienza: nel campionato 1983-84 il Club decise di cedere Graziani alla Roma e lanciare così Monelli titolare. Fu la stagione migliore della sua non travolgente carriera considerando che quell’anno riuscì a segnare 12 reti. Per un paio di stagioni la Fiorentina faticò e non poco per trovare un centravanti all’altezza delle sue ambizioni, tanto che in quegli anni addirittura un difensore centrale, Daniel Alberto Passarella, divenne capocannoniere viola, segnando 11 reti.

Nella stagione 1986/87 arrivò finalmente un’alternativa valida al deludente Monelli: un giocatore scuola River Plate che la Fiorentina acquistò dall’Avellino per 10 miliardi di lire: Ramon Diaz.
Il puntero argentino fece bene, riportando lo score di un attaccante in doppia cifra (10 reti), Monelli chiuse la sua ultima stagione a Firenze mettendo la propria firma in appena 2 gol, disputando ben 24 partite.
Nella stagione 1987/88 Diaz fece coppia con Roberto Baggio, finalmente a disposizione dopo un’infinita serie di gravi infortuni. I “piccoletti” viola fecero piuttosto bene (13 goal in due): nella rosa gigliata era presente anche il promettente attaccante Davide Pellegrini, ma soprattutto il capocannoniere della Serie B, Stefano Rebonato, 21 reti senza rigori. Rebonato deluse però le attese, giocando poco e segnando ancora meno. Solo 2 goal, anche se con avversari di grande livello ossia Juventus e Roma. Nella stagione 1988/89 Diaz fu ceduto all’Inter e la Fiorentina, decisa a vendere anche Rebonato, investì ancora su un giovane talento e su un attaccante più esperto. Stefano Borgonovo arrivò a Firenze in prestito da Milan, Roberto Pruzzo, 33 anni, oltre 160 goal in Serie A, dalla Roma. Baggio e Borgonovo insieme fecero faville: 15 goal Baggio, 14 Borgonovo. Pruzzo andò a segno soltanto una volta, un goal però dal peso specifico molto importante considerato che arrivò nello spareggio valido all’accesso in Coppa UEFA nel match disputato proprio contro la “sua” Roma. La stagione successiva la B2 venne divisa poiché il Milan, impressionato dalle sue prestazioni, richiamò Borgonovo in rossonero nonostante il giocatore avesse supplicato invano Galliani di poter rimanere a Firenze almeno un altro anno.

Una mancanza a cui la Fiorentina cercò di sopperire tentando di trovare il partner ideale per l’indiscusso talento di Baggio. Si prova a pescare dall’Argentina con la fisicità di Oscar Dertycia, dalla Juventus da dove arriva Renato Buso e dal Brescia da cui viene acquistato Marco Nappi. Dertycia era il più atteso tra i nuovi arrivi: 24 anni, capocannoniere del campionato Argentino con 23 reti nell’ Argentinos Junior, arriva a Firenze per poco più di 2 miliardi e con l’etichetta di bomber. Purtroppo l’illusione dura poco. Un impegno indiscutibile, ma carenze tecniche ancor più macroscopiche. Dopo 4 gol e tanti, troppi, errori sotto porta in 19 partite giocate, Dertycia si infortuna gravemente al ginocchio a Perugia. Campionato e avventura italiana finita. Un trauma anche psicologico per lui che lo porterà a causa di una forte alopecia a perdere la folta capigliatura. In quella stagione l’unico a mantenersi su livelli di eccellenza è Baggio, a segno 17 volte. Tantissime rispetto ai compagni di reparto Nappi (2 reti) e Buso (4 reti). Furono gli ultimi capolavori in viola del “Divin Codino” che dopo la finale di Coppa UEFA persa contro la Juventus, sarà ceduto dai Pontello proprio agli odiati “gobbi”. Con Baggio se ne andranno anche i Pontello e a Firenze inizierà l’era Cecchi Gori….

 

continua…

 

 

 

 

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