Il 2018 è stato un anno dove alla Fiorentina è stato chiesto troppo.
Che il calcio non sia soltanto un gioco ce lo racconta quell’immagine di Piazza Santa Croce nella mattina dell’ 8 Marzo 2018, ce lo ribadiscono quelle facce distrutte, quegli occhi stravolti e svuotati che quella domenica di Marzo si guardavano immobili, dagli spalti al campo. Era troppo presto per tornare a giocare si è detto, certo prima o poi la Fiorentina sarebbe dovuta tornare in campo e il vero problema non era il troppo poco tempo ma il troppo vuoto.
“Nella terra degli uomini” i migliori se ne vanno senza lasciare istruzioni ma in realtà nelle parole dei compagni di Davide Astori che nei mesi successivi hanno rilasciato interviste, si intuisce sempre come il Capitano della Fiorentina fosse riuscito ad insegnare tutto quello che doveva anche a coloro che lo avevano conosciuto appena.
La Fiorentina si era trovata un giorno di Marzo orfana della sua luce, ma nel più totale sconforto aveva deciso che per tornare a respirare doveva mettere in pratica il primo insegnamento di Davide.
La conferenza stampa di Pioli il sabato precedente alla gara contro il Benevento raccontava tutto lo strazio di un gruppo per il quale giocare, l’espressione di maggior gioia per un calciatore, adesso e per sempre sarebbe diventata una cosa da fare con un altro spirito. Pioli non accettò domande, si mise a sedere recitando le parole più difficili, un discorso che probabilmente si era preparato qualche ora prima ma che con il passare dei minuti si è trasformato in un grido silenzioso di paura e tristezza.

Non si è fermato nemmeno per un attimo, un’incertezza sarebbe bastata per non riuscire ad andare avanti. Ha chiesto a tutti di sostenere la squadra, ha ribadito come tutto il gruppo per Vittoria e Francesca ci sarebbe stato per sempre. Ha ringraziato e se ne è andato. Aveva gli occhi che hanno le persone “rotte” ma sapeva di dover essere lui per primo quello che doveva cercare di “aggiustare”.
Fiorentina – Benevento termina 1-0 per la Fiorentina, Vitor Hugo spicca il volo e segna un gol bellissimo, corre verso la panchina e saluta il suo Capitano che quel giorno si trovava in tutto ciò che era in quello stadio. Non si è arresa la Fiorentina e addirittura è riuscita in quello che fino a quel momento aveva faticato a fare ossia trovare continuità, coraggio e soprattutto speranza: la Fiorentina di Stefano Pioli da Marzo a Maggio ha lottato per ogni centimetro di campo e anche quando è uscita sconfitta ha sempre dimostrato tutto quello che poteva, tutta la sua voglia di andare avanti.Quando nel calcio si viene battuti solitamente si tende a dire che la cosa più importante da fare è “voltare pagina”, dimenticare la sconfitta, non farsi sopraffare dalla paura che accada di nuovo e tornare a vincere.
Il 4 Marzo 2018 non è una brutta pagina che si può strappare o voltare. E’ una data in cui la storia della Fiorentina si ferma. Ripartire è stato un dovere di tutti. Il 2019 bellissimo che tutti ci auguriamo non cancellerà quello che è successo ma ci renderebbe fieri e renderebbe fiero Davide. Facciamolo insieme.

Photo by @PaoloGiuliani