La tripletta rifilata al Napoli in quel caldo pomeriggio di fine Aprile riaccese le speranze europee di una Fiorentina che dopo il filotto incredibile di sei vittorie consecutive, fu fermata sullo 0-0 dalla Spal per poi incassare due sconfitte consecutive contro Lazio e Sassuolo.
Il sogno Europa League si era come riacceso ma per crederci ancora e magari giocare lo contro diretto contro il Milan a San Siro la Fiorentina doveva battere il Genoa al Ferraris e il Cagliari a Firenze: purtroppo la Fiorentina arrivò all’ultima giornata piegata dalla fatica, dagli infortuni e dal goal di Pavoletti che una settimana prima aveva bucato Sportiello. Ma quella domenica a Genova i gigliati dimostrarono di avere un cuore più grande dei propri limiti. Di lottare veramente in nome di qualcuno e non di qualcosa. La Fiorentina passa in vantaggio meritatamente con Benassi al 43′ ma nel secondo tempo il Genoa rientra in campo con spirito battagliero e i viola cadono sotto i colpi della fatica, annaspano dopo un girone di ritorno esaltante ma passato a rincorrere.

Pareggia l’ex del cuore, Giuseppe Rossi, una storia in viola interrotta troppo presto e che sarebbe potuta essere autentica magia. Il primo boccone amaro è il suo che esce praticamente subito dopo considerata la poca autonomia: in campo Lapadula, un giocatore tecnicamente molto inferiore a Rossi ma con una rapidità che può mettere in ginocchio una Fiorentina così provata: bastano pochi secondi e a 4 minuti dal gol del pareggio il Genoa passa in vantaggio proprio grazie alla rete dell’attaccante neo entrato. Ma non è finita, Pioli vuole giocarsi il tutto per tutto anche perchè nel frattempo i padroni di casa sono rimasti in 10 uomini dopo un fallo sciagurato di Goran Pandev, entrato ad inizio ripresa già piuttosto agitato. Dentro anche Falcinelli che va ad affiancare Simeone, Eysseric e Chiesa in una Fiorentina a trazione anteriore che adesso alla fatica e al gol di passivo pare non pensarci più. Bastano 3 minuti per cambiare tutto nuovamente e straordinariamente: Eysseric al 77′ e Dabo al 80′ riportano la Fiorentina in vantaggio, l’unica condizione per sognare ancora. Il finale di partita è piuttosto nervoso, il direttore di gara fatica tenere a bada gli animi delusi dei giocatori rossoblu, espulso addirittura Zukanovic ancora in panchina, e quelli altrettanto elettrici della Fiorentina che arranca ma porta in fondo una vittoria pesantissima.
Quello che la squadra di Pioli deve evitare quest’anno è proprio quell’eterna rincorsa all’obiettivo Europa League, quell’incertezza che ti porta ad aver paura di vincere, quella frenesia di recuperare punti e posizioni che alla fine ti fa arrivare ad un metro dal traguardo senza più forze. E’ il momento di trovare continuità e non soltanto lampi.

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