La Fiorentina che scenderà in campo a Milano è una squadra che dopo aver a lungo cercato sé stessa e la vittoria, adesso deve confermare quanto di buono dimostrato nella sfida contro l’Empoli. Il freddo di questo sabato di Dicembre la Fiorentina non deve portarselo dentro, permettendogli di assumere le sembianze della paura, di trasformarsi in quella frenesia che ti impedisce di guardare avanti per conquistare un obiettivo. Perché i viola un obiettivo ce l’hanno eccome: l’Europa. In bilico, posizionati in una classifica anomala dove in una manciata di punti, appena 5, vi è la forbice tra l’oblio e i traguardi che contano, la Fiorentina non deve permettere ai timori e alle incertezze di fermare la sua corsa.
È il momento di essere ambiziosi e concreti, sapendo che le prove d’appello non sono infinite.

Per la Fiorentina che arrivò a San Siro la sera del 25 Agosto 1996 l’obiettivo da conquistare era ben chiaro; portare a Firenze la prima Supercoppa Italiana ed soprattutto essere la prima squadra ad alzare questo trofeo come vincitrice della Coppa Italia e non del Campionato. Se è vero che le motivazioni in una partita con così tanta posta in palio si trovano da sole, è pur vero che a dare convinzione a quella squadra c’erano le certezze di Gabriel Omar Batistuta. E così quella squadra capace di avere l’estate dentro grazie alla luce del suo sole argentino non si limitò a giocare a viso aperto contro il Milan Campione d’Italia guidato da Oscar Washington Tabarez ma riuscì a piegarlo senza scorciatoie, attaccandolo nei suoi reparti migliori, come se il Meazza fosse il Franchi.
In questa Fiorentina non c’è un centravanti capace di inserirsi tra Maldini e Baresi e liberarsi con un sombrero però ci sono giocatori che hanno le qualità e a quanto pare adesso anche la rabbia per poter fare la differenza. Sabato i 90 buoni minuti contro l’Empoli non basteranno, ci vorrà un obiettivo in cui credere e la voglia di raggiungerlo senza condizioni.

 

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