Le squadre di Pioli faticano un po’ prima di raggiungere il massimo di giri: lo confermano le sue precedenti annate in Serie A.

I gigliati non hanno iniziato il loro campionato nei migliori dei modi: decimo posto e una media di poco più di un punto a partita. Qualcosa è da migliorare, ma già domenica si sono visti alcuni sprazzi di un gioco finalmente propositivo.

Questa partenza non proprio ottimale era prevedibile, vi spieghiamo il perché.

Pioli, sin dai suoi inizi di carriera, ha sempre utilizzato carichi pesanti di lavoro nel precampionato, per permettere alle sue squadre di arrivare con più forze ed energie alla fine del torneo. Questo però influisce anche sulla prima parte di stagione, in cui le formazioni allenate dal tecnico parmigiano non riescono a raggiungere il punto massimo di condizione fisica.
Questa ipotesi viene confermata dai dati delle squadre allenate da mister Pioli. Le 3 stagioni complete più importanti nella carriera dell’allenatore emiliano sono 3: Bologna 2012-2013; Lazio 2014-2015; Fiorentina 2017-2018.

Nell’esperienza più lontana nel tempo, nel Bologna 2012-2013, il problema è evidente. I felsinei ottengono, fino alla quindicesima giornata, soltanto 11 punti, per una media di 0,70 a partita: la squadra è in piena lotta retrocessione. Nella seconda parte però, i risultati migliorano nettamente. I rossoblù raggiungono un passo addirittura da Europa, con una media di 1,45 punti a partita, a fronte di 33 punti nelle 23 sfide disputate. Pioli e i suoi uomini conquistano così il 13esimo posto e una salvezza più che tranquilla.

Due stagioni dopo arriva il vero capolavoro di Pioli: il terzo posto conquistato con la Lazio. Anche con i biancocelesti però, l’inizio non fu proprio esaltante. La formazione laziale, fino alla 15esima giornata, conquistò solo 23 punti, realizzando quindi una media di 1,53 punti a partita. Certo, in fin dei conti il cammino intrapreso non era poi così negativo, ma il cambio di marcia nella seconda parte è evidente. Oltre alla condizione fisica però, influì anche la definitiva esplosione di Felipe Anderson, e il rafforzamento del feeling del tridente Candreva-F.Anderson-Klose. Nella seconda parte la squadra di Pioli passa ad una media di 2 punti a gara, riuscendo così a raggiungere la tanto agognata terza posizione, valida per l’accesso in UEFA Champions League.

Arriviamo poi all’avventura più recente: la prima stagione da tecnico della Fiorentina. Anche qua il cambiamento è radicale. Nella prima parte di stagione (fino alla 15esima giornata) la squadra Viola realizza solo 18 punti, per una media di 1,2 punti a partita. Dalla 16esima giornata la Viola migliora la media-punti passando da 1,2 a 1,6 punti a sfida, anche se poi l’ottimo sprint finale non è sufficiente per raggiungere l’Europa.

Anche quest’anno Pioli ha confermato la regola: l’inizio è stato pressoché mediocre. Uno sprint nella seconda parte di stagione potrebbe però far raggiungere l’obiettivo stagionale, la tanto desiderata Europa, viste anche le partenze non eccezionali delle squadre rivali…