In esclusiva a Sport Fiorentina, Gianluca Berti ha parlato del suo attuale ruolo dirigenziale alla Carrarese, oltre che dell’amore incondizionato per Firenze e degli attuali problemi della squadra gigliata.

Sport Fiorentina ha contattato telefonicamente l’ex portiere di Fiorentina ed Empoli, con l’obiettivo di rivivere assieme le emozioni che hanno caratterizzato le sue esperienze con le diverse casacche, in vista della sfida domenicale proprio tra le due compagini toscane. Naturalmente abbiamo parlato anche di presente, della sua nuova vita da dirigente sportivo e del rapporto con Baldini.

Partiamo dal passato, dal suo arrivo a Firenze nel lontano gennaio 2006. Quali ricordi ha di quel trasferimento? Cosa significava per lei poter rappresentare i colori della propria città?
“Per me era un sogno, un sogno che si era avverato. Sono sempre stato un tifoso Viola, per me giocare con quei colori addosso era semplicemente il massimo. Mi chiamò Corvino dicendo di volermi portare nella mia città, a Firenze. Non era il mio primo contatto con Corvino, aveva cercato di portarmi qualche anno prima a Lecce, ma poi saltò tutto. Quel momento fu magico per me, non potevo assolutamente dire di no.”

Facciamo un balzo nel presente. Attualmente è direttore sportivo della Carrarese. La formazione toscana sta disputando una stagione incredibile, trascinata dai gol della coppia d’oro Caccavallo e Tavano. Si aspettava una prima parte di stagione così stravolgente?
“Noi siamo partiti lo scorso anno con calma, convinti di poter realizzare un progetto ambizioso e vincente. Lo scorso anno siamo riusciti a disputare una grande annata, con il raggiungimento dei play off. La base su cui costruire era già quindi molto importante. Quest’anno abbiamo aggiunto qualche tassello, confidando comunque sui valori preesistenti. I risultati per ora ci stanno dando ragione, anche se siamo solo a dicembre ed è tremendamente presto per tirare le somme. Noi siamo una società che vuole crescere e migliorarsi costantemente, l’obiettivo è quello di rimanere in alto più tempo possibile”.

Buona parte del merito spetta sicuramente a Baldini. In questo inizio ha dimostrato di essere un allenatore di primo ordine…
“Baldini non lo scopro sicuramente io. Secondo il mio punto di vista è uno dei più bravi allenatori in Italia, e questo non lo dico soltanto perché collaboro con lui. Abbiamo un rapporto speciale, di profonda amicizia. Mi ha allenato per 6 anni e ad ogni sua nuova avventura mi chiamava per raggiungerlo, è un legame forte ed indissolubile. È stato fermo per diversi anni dopo la parentesi Vicenza, ma adesso si è rimesso in gioco con grande voglia e con tanto entusiasmo: può portare la Carrarese ad altissimi livelli”.

Perché secondo lei non ha mai avuto una chance importante nella massima serie?
“Sicuramente ha fatto qualche errore nelle sue precedenti esperienze, però ciò non toglie nulla alla sue enormi capacità: quando lo vedi lavorare sul campo capisci immediatamente il suo spessore, ed io in questi anni ne ho visti tanti di allenatori”.

L’ultima domanda sulla Carrarese: come si risolverà il problema stadio?
“Ci auguriamo di risolverlo prima possibile. Fino ad ora abbiamo giocato 11 partite su 15 fuoricasa, la situazione sta diventando insostenibile. Sicuramente abbiamo lasciato qualche punto per questo motivo”.

Ora voltiamo pagina. Lei è ‘cresciuto calcisticamente’ a Prato, dal trascorso con le giovanili fino al debutto in prima squadra. Come sta vivendo il caos creatosi attorno al mondo biancoazzurro? Dal ricorso fallito per il ripescaggio, fino al ritorno dello Stadio in mano al comune pratese…
“Dispiace davvero tantissimo. Sono cresciuto nel Prato, ho ricordi bellissimi di quegli anni. Devo tanto alla piazza e alla società. Vederla giocare in Serie D, lontana dal suo stadio, fa davvero male. Spero vivamente in un grande ritorno”.

Domenica ci sarà Fiorentina-Empoli. Per lei questa sfida avrà sicuramente un valore sentimentale importante, visti i trascorsi in entrambe le squadre…
“Come tutti sanno sono un grande tifoso della Fiorentina, però sono molto legato all’Empoli e a tutto ciò che ha rappresentato nella mia carriera da calciatore. Ad Empoli sanno fare calcio: una grande passione ha portato un comune di 50000 abitanti a calcare i campi della Serie A. La società in questi anni ha fatto un lavoro pazzesco, in ogni piccolo dettaglio. Sono molto felice di vedere l’Empoli attualmente fuori dalla lotta retrocessione. Iachini sta facendo un ottimo lavoro, e soprattutto sta racimolando punti preziosi per la salvezza. Non è però da sottovalutare il percorso svolto da Andreazzoli: ha vinto un campionato di Serie B e nella massima serie la sua squadra ha espresso un ottimo calcio, sicuramente non è stato aiutato dal calendario, nel momento clou ha incontrato le squadre più forti del campionato”.

Per quanto riguarda la Fiorentina, la scorsa settimana c’è stata la contestazione dei tifosi Viola presenti al Mapei Stadium. Come arriva la squadra alla sfida?
“La sfida è sicuramente più rischiosa per Pioli e i suoi uomini. Per Iachini un pareggio sarebbe un ottimo risultato, mentre la Viola necessita di una vittoria, ormai manca da troppo tempo. La Fiorentina in questo momento è in difficoltà, i risultati tardano ad arrivare e la poca incisività sul piano offensivo inizia ad essere preoccupante”.

Da portiere a portiere: come giudica l’inizio di Lafont? Forse sta anellando qualche errore di troppo…
“Lafont è un giovane, c’è da aspettarlo. Sicuramente i suoi errori li ha fatti e li farà, però se la Fiorentina ha puntato su un ragazzo così giovane bisogna avere la pazienza di aspettare. Lui deve essere bravo a non farsi affossare dalle critiche, anche se non è facile a 19 anni. Deve lavorare e migliorarsi, le qualità ci sono”.

Se lei potesse dare un consiglio a Chiesa per il suo futuro, cosa le direbbe?
“Non lo so, non è compito mio. Sicuramente è uno dei giovani più bravi in Italia, come dimostra il posto da titolare affidatogli da Mancini in nazionale. L’importante è che faccia un grande campionato quest’anno, poi a fine stagione la dirigenza Viola e l’entourage di Chiesa troveranno la soluzione migliore per la squadra e per il ragazzo”.

La domanda finale: per quale squadra tiferai domenica?
“Sono davvero legato fortemente ad entrambe le squadre, sarei molto felice se vincessero tutte e due, ma purtroppo non è possibile. Vinca il migliore!”.

 

 

Photo @OfficialPageGianlucaBerti