E’ successo quello che il giorno dei sorteggi pareva piuttosto improbabile: in una settimana di tregenda per il calcio italiano in Europa che incassa cinque sconfitte su sei, il Milan finisce clamorosamente fuori dall’Europa League uscendo sconfitta dalla trasferta contro l’Olympiacos.
La partita per oltre un tempo è soporifera: il Milan sa di non poter perdere e appare in controllo di una partita che però i greci devono e vogliono vincere. Ricordiamo che le condizioni per il passaggio del turno da parte dei rossoneri erano piuttosto abbordabili: senza contare su un’eventuale sconfitta del Betis in Lussemburgo (molto improbabile) gli uomini di Gattuso avrebbero passato il turno come secondi classificati del girone in caso di vittoria, pareggio o addirittura sconfitta di misura. I rossoneri si sarebbero potuti qualificare ai Sedicesimi di finale anche nell’eventualità di una sconfitta con due goal di scarto nel caso in cui avessero però segnato almeno due reti (ad esempio 4-2 o 5-3).
Date le premesse del primo tempo nessuno si sarebbe mai aspetto quegli ultimi trenta minuti di follia: l’Olympiacos passa in vantaggio al 60′ con Cissè che approfitta di una clamorosa dormita collettiva della difesa rossonera sugli sviluppi di un corner. Al 68′ i padroni di casa completano la rimonta: Zapata intercetta una conclusione Guilherme e la deviazione involontaria è fatale. Il pallone infatti si impenna in una traiettoria pericolosissima e infila Reina. Un giro d’orologio e Zapata si fa perdonare rimettendo i corsa i suoi: sceso in area piccola come saltatore in occasione di un calcio d’angolo per il Milan, approfitta della marcatura piuttosto blanda che la difesa dell’Olympiacos gli riserva e segna il gol del 2-1.

Sull’episodio del rigore con conseguente ammonizione di Abate si può dire che il la decisione è piuttosto fiscale: i due si tengono a vicenda poi secondo il direttore di gara il terzino rossonero affossa l’avversario ostacolando l’elevazione.
Un rigore sul quale si abbatte fin da subito una pioggia di critiche: addirittura che c’è chi ipotizza che quel penalty altro non sia che la vendetta dell’UEFA ancora irritata con il TAS che a Luglio aveva di fatto ribaltato la sentenza che condannava il Milan all’esclusione dalle competizioni europee per un anno. I rossoneri vittima di un presunto complotto che gli condanna a lasciare anzitempo l’Europa League, Leonardo addirittura lamenta il mancato intervento dell’arbitro sul clima eccessivamente “rumoroso” di Atene: “Non cerco alibi ma mi pare ingiusta questa eliminazione. C’ era un rumore incredibile quando andavamo in attacco, non so se fosse una sirena, un flauto o un clacson. Il regolamento non lo permette: l’arbitro doveva fermare il gioco”. L’unico rossonero a tenere il punto sulle responsabilità della squadra è proprio Gattuso che ribadisce come i suoi abbiano di fatto regalato la qualificazione e meritino quindi questo esito amaro. In effetti per quanto il rigore concesso ai padroni di casa possa essere generoso, ricordiamo che il Milan in questa fase a gironi su sei partite è andato sotto cinque volte, due volte ha rimediato, contro Dudelange e Olympiacos, e in Lussemburgo ha vinto solo con un gol di scarto. Un percorso in affanno in un girone che non era di ferro e che permetteva al Milan di costruire le sue fortune per lo meno nelle gare di San Siro. Il Milan paga l’infinita rincorsa verso una qualificazione che giornata dopo giornata pareva scivolare sempre più dalle mani e adesso il fallimento è enfatizzato dalle grandi aspettative che i media avevano dato alla stagione dei rossoneri.

 

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