Il progetto sportivo de I Medicei è arrivato all’anno della consacrazione, l’Eccellenza. Un campionato competitivo e che ha mostrato quanto nessuna partita sia scontata. Abbiamo fatto due chiacchiere con Nicolò Broglia, tallonatore dei biancorossi con cui abbiamo parlato della stagione in corso, del suo percorso professionistico e di una dimensione che è altrettanto importante da coltivare, quella lontana dal campo da gioco.

 

– Il rugby è uno sport in netta crescita tra i giovanissimi negli ultimi anni: quali sono state le tue sensazioni quando hai iniziato i primi allenamenti, ormai oltre un decennio fa?

Ho iniziato a giocare a rugby a 11 anni al campo dell’Isolotto. Avevo praticato nuoto per 8 anni e sentivo che era il momento di cambiare, di passare ad uno sport di squadra. Ho provato il calcio ma non è scattato il feeling giusto che ritengo si debba avere con il proprio sport. Quello che mi ha conquistato del rugby è la sua semplicità, il suo essere diretto, è uno sport di contatto con regole ben precise, così dopo aver disputato la prima partita ho avuto la certezza di aver fatto la scelta giusta e sono stato ancor più conquistato. Da lì in poi il tempo è volato e siamo arrivati qua..

  • Soddisfazioni che non sono mancate anche a livello internazionale guardando alle tue convocazioni con la Nazionale Under 17, 18 e 20. C’è una partita in particolare che ricordi con più emozione delle altre?

La convocazione con le Nazionali giovanili è un passaggio importante per un atleta che aspira al professionismo. Possiamo dire che in particolar modo l’Under 20 sia il preludio ad una dimensione di rugby internazionale alla quale tutti aspiriamo, così tra le miei partite non posso che ricordare con grande emozione la gara disputata contro la Scozia a Padova. La squadra si trovava al terzo turno e io fino a quel momento non ero nella rosa dei convocati: già sapere che ero stato chiamato non poteva che riempirmi di gioia. In quella partita entrai a 15 minuti dalla fine, in una fase per altro molto concitata del gioco: purtroppo alla fine uscimmo sconfitti ma impresse nella mia mente non andranno più via le immagini della tribuna dello stadio stracolma di tifosi che ci sostenevano.
Un’altra grande soddisfazione è arrivata questa estate con la convocazione in Nazionale Emergenti: un’occasione professionale dalla quale imparare molto.

 

  • Con I Medicei questa stagione siete partiti con grandi motivazioni. Come ci racconteresti questa prima parte di stagione?

C’è grande convinzione e questo lo si percepisce in tutto l’ambiente, in ogni nostra partita e in ogni allenamento. Siamo una squadra giovane, convinta dei propri mezzi e pronta a lavorare sempre di più per migliorarsi. La stagione è ovviamente molto impegnativa e noi stiamo trovando gara dopo gara la nostra dimensione. Nessuna partita è da sottovalutare e tutto è imprevedibile fino all’ultimo secondo: abbiamo vinto contro avversarie che ci sono superiori e abbiamo perso partite rocambolesche che pensavamo avere in pugno. Sicuramente sono esperienze che ci fanno maturare.

  • Il prossimo match casalingo al Lodigiani vi vedrà impegnati contro Petrarca Padova, capolista. Che partita vi attende?

Siamo un gruppo anagraficamente non molto esperto ma quando la posta in gioco è alta ci mettiamo tutto quello che abbiamo, quindi avere un’avversaria eccellente ci carica molto. La partita che ci aspetta sarà dura, su un campo difficile immagino viste le previsioni del tempo: sicuramente l’impegno non mancherà.

 

  • Un fiorentino che gioca a Firenze. Pensi che in una città così “calciocentrica” sia cresciuto l’interesse per questo sport?

A Firenze il rapporto con la Fiorentina è viscerale e va oltre il semplice tifo. Direi che è un sentimento. Però l’incremento dell’interesse verso il rugby è importante e questo non può fare che piacere. Ci sono tutte le premesse per creare una bella atmosfera in città attorno alla palla ovale a cominciare dai più piccoli. Starà anche a noi richiamare più persone possibili allo stadio.

 

Segui qualche altro sport oltre il rugby?

Sono appassionato di belle storie e degli sportivi che le raccontano. Mi piace leggere di grandi campioni che magari sono arrivati ad eccellere dopo essere partiti da situazioni difficili, o magari quelli che sanno rialzarsi dopo la difficoltà di un brutto infortunio e tornare più forti di prima senza mai essersi arresi. Nell’ NBA ci sono autentici campioni che stimo molto.
Oltre lo sport ho molti altri interessi legati soprattutto al mio percorso scolastico e universitario: sono molto appassionato di arte, disegno, grafica, cinema e musica. Attualmente sono iscritto al corso di Sviluppo Economico sotto la Facoltà di Economica e di Firenze e devo dire che è un mondo che mi affascina e mi interessa molto.

  • Studio e sport: due dimensioni che molto spesso in Italia sembrano escludersi a vicenda, mentre in molti Paesi Europei o negli Stati Uniti l’essere un bravo sportivo apre addirittura le porte a prestigiose università. Come racconteresti la tua seconda vita come studente?

Credo che l’istruzione così come lo sport sia determinante nella formazione personale. E’ importante sapere che la nostra vita non è esclusivamente sul campo da rugby, anzi avere degli interessi aiuta la mia concentrazione. Così come lo sport è fondamentale per portare equilibrio: secondo me un atleta affronta lo stress pre esame in maniera diversa, più distesa. Giocare a livello professionistico fin da giovane è stimolante ma può essere una “bellissima trappola”: guadagni, ti diverti e magari perdi interesse per lo studio. C’è stato un periodo della mia vita in cui ho pensato di provare un’esperienza sportiva e personale all’estero, poi è arrivata l’occasione di giocare con I Medicei e ho visto in questo progetto premesse molto importanti per il mio futuro.

 

  • Hai un tuo giocatore di riferimento o semplicemente un rugbista preferito?

Mi piace molto Malcom Marx: mi sono approcciato al ruolo di tallonatore solo recentemente e secondo me lui interpreta al meglio questo ruolo. E’ un bravissimo atleta e si vede che gioca divertendosi. Quello non deve mai mancare!

 

 

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